Mulan, Disney difende la scelta di girare in alcune località controverse: "Scene utili all'autenticità"

Disney ha difeso la scelta di girare alcune scene di Mulan in una controversa zona della Cina dove sono stati violati i diritti umani.

I vertici della Disney hanno difeso la scelta di girare alcune scene di Mulan in un'area della Cinea in cui sono stati ignorati più volte i diritti umani. Sean Bailey, presidente della produzione dello studio, ha voluto replicare al politico britannico Iain Duncan Smith che aveva sollevato la questione.

Nei titoli di coda di Mulan ci sono anche dei ringraziamenti ad alcune realtà governative situata a Xinjiang, una regione nel nord ovest della Cina, dove è tristemente avventuo un "genocidio culturale" portato avanti dal governo che ha incarcerato e torturato in massa dei cittadini musulmani Uighur rinchiudendoli in campi di rieducazione.

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Alcune delle realtà ringraziate dai produttori sono già state sanzionate da varie autorità internazionali e Duncan Smith, membro del partito conservatore britannico e a capo delll'organizzazione Inter-Parliamentary Alliance ha chiesto di compiere delle indagini sul film.
Bailey ha inviato una lettera il 7 ottobre sostenendo che le riprese nell'area al centro delle polemiche riguardavano solo dei paesaggi e arrivano a un totale di 78 secondi utilizzati su 115 minuti di film, girati in 4 giorni, a differenza delle 143 giornate trascorse sul set in Nuova Zelanda.

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Il produttore ha sostenuto: "Anche se Mulan è stato quasi totalmente girato in Nuova Zelanda, per poter rappresentare in modo accurato la geografia e i paesaggi unici della Cina, i produttori hanno scelto di girare alcune scene in 20 location in varie luoghi della nazione, tra cui il deserto Kumtag nella provincia di Xinjiang, casa di un'area importante di passaggio lungo la via della seta. La decisione di girare in ognuna di queste location è stata presa nell'interesse dell'autenticità, e non è stata in nessun modo obbligata o influenzata dallo stato o dalle autorità locali cinesi".
Lo studio ha dovuto seguire le regole previste per le case di produzioni straniere che vogliono lavorare in Cina: "Non è possibile operare in modo indipendente e si deve collaborare con una casa di produzione cinese, che è responsabile per quanto riguarda l'ottenere tutti i permessi necessari". Secondo Bailey i ringraziamenti nei titoli di coda sono un elemento standard nella produzione, sottolineando che si è ringraziato chi ha permesso di girare il materiale.
Il manager della Disney ha poi sottolineato che i permessi sono stati richiesti nel 2017 quando le autorità britanniche o americane non avevano condiviso nessuna notizia rilevante per quanto riguarda le attività in quell'area. I ciak, tuttavia, sono stati effettuati dopo il mese di agosto 2018, dopo la diffusione delle notizie riguardanti i campi dove venivano imprigionati gli Uighur.