Minotaur, in arrivo il nuovo film del regista di Leviathan dopo che ha rischiato di morire durante la pandemia

Il nuovo film di Andrey Zvyagintsev, Minotaur, ha ufficialmente concluso le riprese. Il progetto segna il ritorno del regista dopo anni difficili e punta a un debutto di prestigio, con il Festival di Cannes 2026 indicato come possibile palcoscenico internazionale.

Una scena di Leviathan

Dopo un lungo silenzio e un percorso personale complesso, Andrey Zvyagintsev torna dietro la macchina da presa con Minotaur. Le riprese si sono concluse nelle scorse settimane e il film, già avvolto da grande curiosità, si prepara a riaffacciarsi sul circuito dei grandi festival.

Minotaur: un nuovo capitolo tra favola politica e tragedia

C'è un nuovo titolo da aggiungere alla filmografia di uno dei registi più rigorosi e riconoscibili del cinema internazionale contemporaneo. Minotaur è il sesto lungometraggio di Andrey Zvyagintsev e arriva dopo anni di incertezza legata sia ai progetti artistici sia alle vicende personali del cineasta. Per molto tempo, infatti, non era chiaro se il film fosse entrato realmente in produzione. A dissipare ogni dubbio è arrivata un'immagine dal set lettone, scattata nell'ottobre scorso, che ritrae Zvyagintsev al lavoro: prova definitiva che le riprese erano in corso e che ora risultano concluse.

Leviathan: Aleksey Serebryako in una scena del film
Leviathan: una scena

Il regista ha messo momentaneamente da parte Jupiter, il progetto inizialmente previsto come suo ritorno, per concentrarsi su questa nuova opera. Minotaur segue la storia di Gleb, un imprenditore russo sull'orlo di una scelta drastica: licenziare i propri dipendenti. A questo conflitto pubblico si sovrappone una crisi privata altrettanto destabilizzante, quando l'uomo scopre il tradimento della moglie. Il film viene descritto come una favola politica che intreccia il linguaggio del crime thriller con una dimensione tragica, terreno narrativo che Zvyagintsev conosce e maneggia con estrema precisione.

Non sorprende che Minotaur stia già guardando a Cannes 2026 come possibile vetrina internazionale. Sarebbe un ritorno simbolico: l'ultima volta che il regista ha presentato un film, Loveless nel 2017, se ne andò con il Premio della Giuria, consolidando una carriera che nel tempo si è trasformata in un punto di riferimento del cinema d'autore globale.

Un ritorno segnato dalla resilienza

Il nuovo film assume un peso ancora maggiore se letto alla luce degli eventi che hanno segnato la vita di Andrey Zvyagintsev negli ultimi anni. Nel 2021 il regista fu ricoverato in Germania in condizioni estremamente gravi, dopo una severa reazione a un vaccino contro il COVID-19. Fu posto in coma farmacologico e riportò danni a oltre il 90% dei polmoni, restando ospedalizzato per undici mesi. Un periodo che ha inevitabilmente interrotto la lavorazione di What Happens, progetto destinato a essere il suo debutto in lingua inglese.

Leviathan: il regista Andrei Zvyagintsev in un'immagine promozionale
Leviathan: il regista Andrei Zvyagintsev

Il recupero è stato lungo, ma Minotaur rappresenta oggi la prova concreta di un ritorno non solo fisico, ma anche creativo. La sua filmografia, composta da opere spesso cupe e profondamente radicate nella realtà russa, gli ha garantito un posto stabile tra i grandi autori contemporanei. Due volte candidato all'Oscar, Zvyagintsev ha conquistato il Leone d'Oro a Venezia nel 2003 con The Return e ha lasciato un segno indelebile con Leviathan nel 2014, considerato da molti il suo capolavoro.

Neill Blomkamp e Simon Kinberg producono The Leviathan Neill Blomkamp e Simon Kinberg producono The Leviathan

In questo contesto, Minotaur non è semplicemente un nuovo film, ma un tassello che si inserisce in un percorso coerente, fatto di storie che osservano il potere, la responsabilità e le crepe morali dell'uomo moderno. Se Cannes dovesse davvero accoglierlo nel 2026, non sarebbe solo una premiere prestigiosa, ma l'ennesima conferma della centralità di Andrey Zvyagintsev nel panorama del cinema internazionale.