Continuano le proiezioni della diciottesima edizione del MedFilm Festival, la più antica kermesse cinematografica della Capitale che si tiene fino al 28 ottobre a Roma, tra Casa del Cinema, Auditorium Conciliazione e Istituto Cervantes e che rinnova l'appuntamento con i protagonisti del Cinema del Mediterraneo. Il programma di domani - mercoledì 24 ottobre, prevede alla Casa del Cinema, in sala Deluxe alle ore 10:00, il lungometraggio The last step, diretto da Ali Mosaffa e interpretato dall'attrice iraniana Leila Hatami, già nel film Premio Oscar Una Separazione. Alle ore 11:30, la rassegna dei Cortometraggi - Sguardi dal futuro propone 5 lavori provenienti da Belgio, Croazia, Libano, Israele e Slovenia. Alle ore 16:00, l'israeliano Not in Tel Aviv, opera prima sceneggiata, diretta e interpretata da Nony Geffen, Premio Speciale della Giuria a Locarno 2012, che racconta di un insegnante di liceo che, licenziato al lavoro, rapisce un'alunna, uccide la madre e litiga con una star del cinema. Alle ore 18:00, nell'ambito della Vetrina Slovenia, proiezione del lungometraggio Good Night, Missy di Metod Pevec. Alle ore 20:00 il regista sloveno Jan Cvitkovič presenta al pubblico il suo lungometraggio in concorso Archeo: una donna cade dal cielo e si addormenta. Anche un uomo arriva dal cielo e si guarda intorno, confuso... Alle ore 22:00, proiezione di J'engage de son absence, seconda regia al lungometraggio dell'attrice francese Sandrine Bonnaire, che racconta di Jacques, che dopo dieci anni torna in Francia per trattare l'eredità di suo padre.
Sempre alla Casa del Cinema, ma in sala Kodak, a partire dalle ore 16:30, la rassegna del concorso internazionale di cortometraggi per il Premio Methexis, selezionati da Alessandro Zoppo: tra questi, il mockumentary francese Kinoki di Léo Favier e Schoeter und Berger che tratta della crisi attraverso illustrazioni e animazioni tipografiche, ma anche il turco The search, di Resit Baskin, ritratto intimo e sognante di un legame tra un uomo e il suo cavallo. La rivoluzione tunisina è al centro del cortometraggio animato L'Mrayet, di Nadia Rais, che racconta un mondo immaginario dove le persone portano gli occhiali fin dalla nascita. Alle ore 18:30, il documentario palestinese The invisible Policeman, di Laith al-Juneidi, che racconta la storia di un tenente di polizia palestinese che conduce una sorta di "doppia vita": da una parte rappresenta una figura autoritaria che fornisce alle persone la sicurezza necessaria, dall'altra, è un padre di nove figli. Alle ore 20:30, il documentario italiano Il santo nero di Antonio Bellia, che sarà presente alla proiezione. La storia di due giovani africani arrivati sulle coste siciliane in fuga dalla dittatura del Congo. Nei giorni dei festeggiamenti di San Calogero ad Agrigento, la gente che vive con indifferenza la presenza degli immigrati, venera quel santo venuto da Cartagine, sbarcato lì come le migliaia di clandestini che arrivano sulle coste siciliane. Alle ore 22:30, proiezione del documentario israeliano Soldier/Citizen, della regista argentina, trasferita in Israele, Silvina Landsmann. I giovani soldati israeliani ancora non diplomati e alle ultime settimane di servizio militare, hanno la possibilità di portare a termine i loro studi attraverso dei corsi promossi dall'Arma. Parte del programma è incentrato sull'educazione civica: durante le lezioni, i militari si confrontano con uno dei docenti su argomenti come i diritti umani e la democrazia.
Sempre alla Casa del Cinema, ma in sala Volontè, alle ore 18:30, incontro con i registi Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, già acclamati autori del documentario L'Orchestra di Piazza Vittorio, che al Medfilm hanno presentato la loro ultima opera, Le cose belle: quattro vite a confronto nella Napoli piena di speranza del 1999 ed in quella paralizzata di oggi. La fatica di diventare adulti attraverso gli occhi di quattro ragazzi napoletani. Presso l'Istituto Cervantes (Piazza Navona, 91), nell'ambito della rassegna Cine en Construcción, proiezione alle ore 21:00 del lungometraggio argentino [FILMThrough her own eyes[/FILM] di Liliana Paolinelli.