Marvel prende sul serio la morte dei suoi personaggi, è chiaro dopo Avengers: Endgame. Eppure la casa editrice di fumetti più famosa al mondo ha intenzione di alzare ancora di più la posta in gioco anche nei fumetti e le modalità sono state brevemente esposte dall'editor-in-chief C.B. Cebulski.
Durante una convention in Svezia, Cebulski ha messo in chiaro che la Marvel non è interessata a far salire le vendite uccidendo magari i suoi personaggi migliori, ma l'operazione che "La Casa delle Idee" sta tentando è diversa: "Non voglio che la morte sia usata per incrementare le vendite o per scioccare il pubblico, in modo da far dire ai lettori "Oh mio Dio, Johnny Storm è morto! Wolverine è morto!", coscienti però del fatto che torneranno in futuro. Se scegliamo di uccidere un personaggio dovremo rendere la decisione permanente". Questo cosa vuol dire? Che gli scrittori delle raccolte a fumetti faranno esattamente quello che gli sceneggiatori hanno fatto, in Avengers: Endgame, con Vedova Nera e Iron Man: ucciderli per non farli tornare mai più.
Questo potrebbe essere un bel cambio di rotta per i fumetti della Marvel e, di conseguenza, per il MCU, due universi che fino a questo momento hanno abituato lettori e spettatori tanto alla morte quanto alla resurrezione degli stessi personaggi. Le cose, però, potrebbero cambiare e potrebbero rendere ancora più complicato un processo che, nelle parole di Cebulski, dalle parti di Marvel, è già vissuto come estremamente pesante. "Il processo di uccisione di un personaggio non è mai facile, ci sono molte persone che pensano che la morte sia qualcosa che non prendiamo sul serio nell'universo Marvel ma non è affatto così. Tra di noi ci sono molti dibattiti quando qualcuno suggerisce di uccidere un determinato personaggio, perchè ogni azione deve sempre trovare una sua giustificazione nel corso della trama".