Martin Scorsese, Jane Campion e Wes Anderson sono tra i firmatari di un appello per scongiurare l'imminente minaccia che una parte consistente delle sale cinematografiche di Roma possa essere convertita in centri commerciali e supermercati in base a una proposta di legge della regione Lazio.
L'allarme sul futuro dei cinema della capitale è stato lanciato il mese scorso dopo che le società di gestione patrimoniale Colliers Global Investors e Wrm Capital hanno vinto un'asta fallimentare immobiliare a Roma e hanno acquisito nove sale cinematografiche per una cifra dichiarata di 50 milioni di euro.
Alcune di queste sale, come il centrale Cinema Adriano, sono pienamente operative, mentre altre sono state chiuse da tempo. Si ritiene che il responsabile del fondo sia il finanziere italo-britannico Raffaele Mincione. Nel frattempo, è in fase di elaborazione - e di approvazione questa settimana - una nuova legge regionale che eliminerebbe le norme che attualmente impediscono alle sale cinematografiche di Roma di essere convertite in qualsiasi altro tipo di attività oltre a quella culturale.
Scorsese chiama in causa i presidenti Mattarella e Meloni

Nel fine settimana, Scorsese - rispondendo a un grido di aiuto del collettivo Cinema America di Roma, che gestisce il più grande festival cinematografico all'aperto della città e il popolare Cinema Troisi - ha pubblicato una lettera aperta ispirata all'architetto Renzo Piano e ha fatto appello ai principali leader del nostro Paese.

"Mentre Renzo Piano riflette eloquentemente sulla situazione attuale di Roma, è chiaro che il tentativo di riconvertire gli spazi destinati alla possibile rinascita culturale della Città Eterna in alberghi, centri commerciali e supermercati è assolutamente inaccettabile", ha scritto Scorsese. "Una tale trasformazione rappresenterebbe una perdita irrevocabile: un profondo sacrilegio non solo alla ricca storia della città, ma anche all'eredità culturale per le generazioni future".
Nell'appello, Scorsese continua: "Invitiamo i nostri colleghi di tutto il mondo, i direttori dei festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa lettera per salvare l'ultima possibilità di riscatto di una delle più importanti città culturali e artistiche del mondo. Questa lettera è indirizzata personalmente anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per impedire qualsiasi riconversione degli spazi culturali di Roma. È nostro dovere trasformare queste 'cattedrali nel deserto' abbandonate in veri e propri templi della cultura, luoghi capaci di nutrire l'anima delle generazioni presenti e future".
Tutti i firmatari dell'appello
Tra i membri della comunità cinematografica internazionale che hanno aderito all'appello lanciato da Renzo Piano, Scorsese e Valerio Carocci ci sono anche: Spike Lee, David Cronenberg, Ari Aster, Julie Taymor, il fondatore di Mubi Efe Cakarel, Yorgos Lanthimos, J.J. Abrams, Josh Safdie, Todd Haynes, Judd Apatow, Damien Chazelle, Mark Cousins, Alfonso Cuarón, Willem Dafoe, Robert Eggers, Joanna Hogg, Dawn Hudson, Isabella Rossellini, Mark Ruffalo, Paul Schrader, Léa Seydoux, John Turturro, Thomas Vinterberg, Jeremy Thomas, Paweł Pawlikowski e Debra Winger.
Carocci, presidente del collettivo Cinema America di Roma, ha dichiarato a Variety che la proposta di legge "significa anche invitare i proprietari di sale cinematografiche attive a chiuderle per poterle riconvertire" e aumentare il loro valore immobiliare. "È quindi una condanna a morte per le future generazioni di Roma", ha aggiunto Carocci.