Durante un'intervista, Mark Ruffalo ha rivelato di sentirsi più vicino alla visione politica di Captain America che a quella di Iron Man. L'attore ha parlato anche di Hulk, dei rumor legati a Spider-Man e del suo rapporto con il Marvel Cinematic Universe.
Con lo sguardo di Steve Rogers
Ospite del programma We're Not Kidding with Mehdi & Friends, Mark Ruffalo è stato incalzato su un quesito che da anni anima discussioni tra i fan: vede il mondo con gli occhi di Captain America o di Iron Man? La risposta non ha lasciato spazio a dubbi: "Captain America".

Una presa di posizione che non stupisce, se si pensa al coinvolgimento politico e civile dell'attore nella vita reale, ma che fa sorridere se confrontata con la sua versione cinematografica. Nei film infatti Bruce Banner è mostrato come più vicino a Tony Stark, complice un'amicizia di lunga data fatta di scambi di idee scientifiche e battute. Ruffalo però ha chiarito che, almeno ideologicamente, la sua bussola morale punta verso Steve Rogers.
Non è mancata una nota ironica: l'attore ha ricordato che Hulk, a suo parere, resterebbe imbattibile anche davanti a colossi dei fumetti come Superman e Red Hulk, aggiungendo con entusiasmo "Nessuno batte Hulk". Senza però dimenticare di sottolineare ciò che lo lega davvero alla Marvel: la continuità. "Non avrei mai pensato di avere un lavoro stabile, legittimo. Questo è il mio lavoro fisso", ha spiegato, mettendo in luce come l'universo condiviso dei supereroi gli abbia garantito quella solidità professionale che spesso manca in una carriera attoriale costellata di progetti intermittenti.
Tra rumor, attivismo e futuro Marvel
L'intervista è stata anche l'occasione per affrontare i rumor più caldi legati al Marvel Cinematic Universe. Quando gli è stato chiesto se Hulk comparirà in un futuro film di Spider-Man, Ruffalo ha scelto la via dell'ambiguità: "Non posso confermare né smentire. È quello che sto leggendo anch'io". Una risposta diplomatica, perfettamente in linea con la tradizione Marvel di mantenere segreti narrativi fino all'ultimo momento.

Oltre all'universo dei supereroi, Ruffalo ha parlato di temi che da anni gli stanno a cuore: l'attivismo politico, l'attenzione ai conflitti globali e la difficoltà di bilanciare il lavoro in blockbuster miliardari con quello in progetti drammatici più autoriali. La sua carriera è infatti un pendolo che oscilla tra l'impegno civile e il richiamo del cinema mainstream, tra la riflessione sul presente e l'adrenalina della finzione.
Se Bruce Banner incarna il conflitto tra razionalità e istinto, Mark Ruffalo sembra a sua volta dividersi tra il ruolo dell'attore militante e quello della star hollywoodiana che non può sottrarsi alla macchina dello spettacolo.
In questo scenario, la fedeltà a Captain America non è soltanto una scelta ideologica, ma la dichiarazione di un metodo: credere nella collettività, nella coerenza e in una bussola morale che guidi sia gli eroi immaginari che chi li interpreta.