Nella conferenza stampa di presentazione di Mare Fuori (una coproduzione Rai Fiction - Picomedia, prodotto da Roberto Sessa) si è tornato più volte sul paragone tra la serie ambientata all'IPM di Napoli e Gomorra. A rispondere, in maniera molto precisa e puntuale, sono stati i protagonisti della serie che hanno sottolineato come non siano le serie televisive a dare il cattivo esempio ai ragazzi ma la società che li circonda.
Mare Fuori vs Gomorra
L'emulazione dei personaggi delle serie 'crime' da parte dello spettatore è un annoso problema di difficile risposta, che puntualmente viene tirato in ballo quando un prodotto come Mare Fuori diventa un fenomeno televisivo.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione della quarta stagione di Mare Fuori, i protagonista della serie ambientata a Napoli hanno risposto a diverse domande sul possibile paragone tra Mare Fuori e Gomorra e il fenomeno dell'emulazione.
Il Parere di Matteo Paolillo
Matteo Paolillo, che nella serie interpreta Edoardo Conte, ha spiegato che guardare una serie non porta automaticamente a un aumento della propensione alla violenza. Per l'attore, se qualcuno si sente spinto a compiere atti violenti dopo aver visto la serie, il problema risiede nella persona stessa, non nel prodotto televisivo in sé.
"La serie ha sempre narrato la lotta tra bene e male - ha detto Matteo - È fondamentale un'educazione alla visione; noi raccontiamo la verità, ma guardando la serie non si diventa necessariamente più violenti. Se ti viene voglia di spaccare la testa di uno, il problema è tuo, non della serie."
L'opinione di Massimiliano Caiazzo
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Massimiliano Caiazzo, il giovane attore napoletano che i fan della serie conoscono come Carmine Di Salvo, ha spiegato che per affrontare e risolvere i problemi della società, è necessario esaminare le sue parti più oscure e problematiche, andare incontro ai problemi anziché ignorarli.
"Siamo all'interno di un carcere, immersi in una dimensione punitiva per coloro che commettono errori - ha detto Massimiliano - È essenziale raccontare anche cosa succede dentro l'ombra, perché altrimenti, scusatemi il termine, diventa una paraculata. Raccontare l'ombra è importante per rivelare la luce".
"La responsabilità di comprendere risiede nello spettatore; non è attribuibile a un progetto audiovisivo. Al contrario, quest'ultimo può fornirci ulteriori strumenti. Dobbiamo evitare di restare sulla superficie del tema, poiché ciò ci impedisce di instaurare un dialogo sincero su una questione molto seria della società", ha aggiunto Massimiliano Caiazzo.
Il pensiero di Domenico Cuomo e Vincenzo Ferrara
Anche Domenico Cuomo, alias Cardiotrap, ha detto la sua su questo falso problema. L'attore si rende conto della sua giovane età e della limitata esperienza di vita rispetto ai suoi coetanei.
"Io mi chiedo come posso io a 19 anni parlare con persone che si trovano in carcere e magari pensare di insegnargli qualcosa. Sinceramente non mi sento in dovere di educare i miei coetanei ma quello che devo fare è raccontare la realtà", ha affermato Domenico.
La parola fine alla discussione l'ha messa Vincenzo Ferrara, attore che in Mare fuori interpreta l'educatore Beppe Romano, ha detto: "Voglio dire solo una cosa sul in merito paragone con una serie che ho amato tantissimo come Gomorra. Noi siamo certi che chi paragona Mare Fuori a Gomorra non ci ha mai visto".