Luca: ecco come Pixar ha "reinventato" l'acqua per realizzare il film

Il film Disney-Pixar intitolato Luca arriva sugli schermi di Rai 3 il 24 dicembre alle ore 21, ecco come è stata realizzata l'acqua nel progetto diretto da Enrico Casarosa.

Un'immagine di Luca

Luca, il film Disney-Pixar realizzato nel 2021 con la regia di Enrico Casarosa, arriverà su Rai 3 nella serata della vigilia di Natale, il 24 dicembre, dalle ore 21.
Per raccontare la storia del giovane mostro marino che sogna, con il suo amico Alberto, di esplorare il mondo umano, gli animatori hanno dovuto trovare un modo nuovo per mostrare l'acqua sul grande schermo.

Come è stata realizzata l'acqua in Luca

Dopo un decennio trascorso a costruire modelli al computer e simulazioni per ricreare il modo in cui l'acqua si muove e comporta nel mondo reale, gli artisti al lavoro su Luca hanno infatti dovuto 'dimenticare' tutto quello che avevano imparato.
Nella storia di Luca e Alberto, come ha rivelato il supervisore agli effetti speciali Jon Reisch, si è cercato di rappresentare l'elemento naturale in modo molto più stilizzato rispetto al passato.

Il team al lavoro sul film ha infatti dato diverse caratteristiche all'acqua che circonda la città in base alle aree mostrate: nel porto è calma e tranquilla con riflessi ispirati alle stampe giapponesi sui blocchi di legno, mentre al largo è più agitata e turbolenta, con onde dai bordi più netti.

Luca 6
Un'immagine di Luca

Intervistato da Wired, Reisch aveva spiegato che visivamente è un problema difficile rappresentare l'acqua: "Le persone hanno molta familiarità con il suo aspetto, è molto pesante da simulare, richiede molta conoscenza specialistica sul lato degli effetti e il modo in cui interagisce con l'illuminazione della scena significa che è sempre una delle cose più difficili da affrontare".
Per realizzare le onde si sono usate tecniche procedurali invece che simulare con modelli statistici il comportamento delle onde, in modo da mostrare dei movimenti coerenti e plausibili nelle varie inquadrature. Questo approccio è stato unito a un altro più artistico descritto come un "equalizzatore grafico", come un tecnico del suono che alza e abbassa certe frequenze in una cabina di registrazione per accentuare i bassi o i toni alti. Il software a disposizione della Pixar ha quindi permesso agli animatori di 'sintonizzare le onde' per ottenere l''eleganza semplificata' desiderata.

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Un approccio nuovo

Le continue interazioni dei personaggi con l'elemento ha obbligato gli animatori a usare un pacchetto software chiamato Houdini, prodotto da SideFX, in modo da poter realizzare le gocce e gli altri dettagli, attività che poteva richiedere anche otto ore per realizzare una singola scena e modificando a mano il risultato in modo da ottenere un aspetto più stilizzato e ispirato all'animazione dello Studio Ghibli. Le gocce, inoltre, dovevano comunque comportarsi come vera acqua e in certi punti hanno avuto delle velocità diversa in modo da avere una forma e una posizione richieste in alcune inquadrature chiave. L'animazione in 3D, ispirata al linguaggio visivo 2D, è stata considerata una 'naturale evoluzione' del lavoro compiuto dalla Pixar in passato, ma maggiormente basata sull'approccio artistico rispetto alla simulazione fisica della realtà.

Gli animatori hanno quindi affrontato la sfida di fondere i diversi tipi di acqua simulata per dare vita a un insieme coeso lavorando a stretto contatto con il team di RenderMan, un software di animazione 3D sviluppato da Pixar, per capire come si sarebbe comportato l'oceano, quasi come dovessero tracciare delle linee su un foglio di carta piatto che, una volta accartocciato, avrebbe formato un'immagine specifica.
Reisch ha sottolineato: "Se vogliamo possiamo fare del fotorealismo, ma questo passaggio verso un linguaggio più espressivo, in particolare con i nostri effetti, è qualcosa che mi entusiasma. Uno dei grandi vantaggi di essere nell'animazione è che non siamo realmente obbligati a farla sembrare realistica".