Ospite della quinta giornata del Linea d'Ombra Festival di Salerno, l'attore e regista Luca Barbareschi non ha risparmiato dichiarazioni polemiche mentre si è soffermato a ripercorrere la sua lunga carriera in televisione e al cinema in un incontro condotto da co-direttore Boris Sollazzo.
Da buon mattatore quale è, Barbareschi non ha risparmiato aneddoti piccanti, soffermandosi sul suo rapporto col regista 'scomodo' Roman Polanski, ma anche con Walter Chiari e col giornalista Gianni Minà. Visto che non ha mai fatto mistero del suo orientamento politico, schierandosi apertamente in più occasioni a favore della destra, a poche ore dalle dimissioni di Sergio Castellitto dalla direzione del Centro Sperimentale di Roma, impossibile non chiedergli se quella carica istituzionale è nelle sue mire.
"No, non fa per me. A ognuno il proprio mestiere" ha dichiarato Barbareschi. "Io faccio il regista, l'attore, l'imprenditore culturale, mi piace leggere, tradurre, fare tante cose che so fare. Il problema è che se si potesse fare ciò che si sa fare senza dover ricorrere alla mediazione politica sarebbe un salto mortale, questo è il male di questo paese. Non sono adatto, il problema nelle istituzioni pubbliche è che c'è troppa gente e poca attenzione e pochi investimenti rispetto ad altre realtà internazionali".
I progetti di Luca Barbareschi
Se potesse cambiare qualcosa, il regista vorrebbe concentrarsi sulla formazione dei giovani: "Una delle cose che non sono riuscito a fare all'Eliseo, e chissà se riuscirò, è occuparmi di alta formazione, perché penso che i ragazzi debbano essere motivati da chi ha fatto, non solo per quanto riguarda le tecniche, ma per insegnare loro che il talento non deve essere vanificato dalla mediazione politica e che la mente è come il corpo, deve essere allenata quotidianamente".
La formazione è il pallino di Barbareschi che, giunto a settant'anni, non ha ancora smesso di studiare. "La mia grande passione è sempre stata la musica, e adesso sto studiando. Mi mancano cinque anni, per prendere il diploma in conservatorio come direttore d'orchestra. È una cosa che mi ha insegnato David Mamet, bisogna sempre trovare qualcosa per pettinare il cervello dall'altra parte. E io ho deciso di studiare le strutture melodiche di Bach, Malher e Mozart".