Il giorno dopo il gran rifiuto di Roman Polanski, che ha annullato la sua partecipazione al Festival di Locarno a causa di polemiche sollevate da alcuni politici ticinesi, la kermesse si lecca le ferite. Spazio ancora all'Italia con l'incontro col pubblico di Giancarlo Giannini che parlerà della sua sterminata carriera di attore e doppiatore con un occhio di riguardo ai lavori realizzati in seno alla leggendaria Titanus. A Locarno è anche il giorno dell'arrivo di Víctor Erice, storico regista spagnolo autore di tre lungometraggi che hanno lasciato il segno nella cinematografia mondiale: Il sole della mela cotogna, El sur e Lo spirito dell'alveare. Stasera Victor Erice verrà omaggiato con il Pardo alla carriera in Piazza Grande per poi lasciare spazio a una serata svizzera con la proiezione di Schweizer Helden, pellicola edificante che torna a toccare il tema dell'immigrazione e dei rifugiati politici nella benestante Svizzera. Protagonista della storia è una casalinga borghese benestante appassionata di teatro che, con l'approssimarsi del Natale, decide di prestare servizio volontario in una casa per rifugiati offrendo lezioni di teatro. Il gruppo si entusiasma per la storia di Guglielmo Tell tanto da decidere di mettere in scena la versione di Schiller, ma ben presto i problemi reali dei rifiugiati metteranno a repentaglio la rappresentazione.
Il Concorso Internazionale ci regala un'opera poetica e suggestiva, Horse Money, film d'arte del portoghese Pedro Costa. La pellicola, caratterizzata da una fotografia abbacinante, ma di difficile comprensione, si apre con le fotografie di Fontainhas, quartiere che non esiste più. Costa fa parlare i sopravvissuti, le ombre degli abitanti di un tempo che ricordano la loro vita passata in un limbo tra la vita e la morte. Ancora in concorso il coreano Alive di Park Jung-bum, incentrato sulle difficoltà lavorative di Jungchul, impiegato in una fabbrica di soia che fatica a sbarcare il lunario. Nel corso dell'inverno l'uomo culla il progetto di emigrare nelle Filippine, dove spera di crearsi un'esistenza nuova e migliore. Per riuscirsi deve raggiungere le quote di produzione promesse al capo, ma sfortunatamente una muffa attacca la pasta di soia in fermentazione gettando Jungchul nella disperazione.
Nella sezione Signs of Life, che indaga i territori di frontiera del cinema, sarà presentato in anteprima mondiale Amori e Metamorfosi di Yanira Yariv, autrice israeliana cresciuta tra Francia e Italia. Il film affronta la questione dell'identità di genere nella società contemporanea in modo poetico e profondo. Partendo dalla messa in scena di tre miti delle Metamorfosi di Ovidio, il film racconta di corpi che si trasformano da una forma a un'altra, svelando, dietro a ogni mito, le reali storie di vita dei suoi interpreti. Si crea così un parallelismo tra le metamorfosi mitologiche e le metamorfosi contemporanee di uomini e donne che hanno scelto di transitare verso un altro sesso. Teatro di queste metamorfosi è una natura epica e metafisica, che rievoca la cultura classica: l'Appia Antica, le dune di Sabaudia, le paludi e i boschi del Circeo, le cascate dell'Arpino.