Massimo Franchini, architetto navale tra i più noti della Riviera Romagnola, durante un'intervista con IlGiornale ha dichiarato di non aver gradito molto L'incredibile storia dell'Isola delle Rose: "Diciamo che è carino, ricostruisce l' atmosfera di quei tempi, anche se l'ha butta un po' troppo in caciara, marcando gli stereotipi del romagnolo. La storia è fasulla e un po' romanzata."
Fu di Franchini l'idea della motonave, la grande imbarcazione per il trasporto dei turisti lungo la costa romagnola, capace di trasportare contemporaneamente fino a 100 persone: "Nel '67 lavoravo come mozzo sulla motonave costruita da mio padre, la Marinella, durante la stagione estiva. Ogni giorno, intorno alle 10,30-11, salpavamo dal porto di Riccione per portare i turisti a vedere l' Isola delle Rose".
Secondo Massimo la realtà era ben diversa da quella descritta nel film di Sydney Sibilia: "Io non ci ho mai visto molta gente sopra. Poche persone, che mi sembravano un po' dei reclusi. Niente musica, balli e feste sfrenate. Mai visto nulla del genere. Mai visto nemmeno l'ombra di un bar, come appare invece nel film. Però, ripeto, alle tedesche in bikini piaceva l'idea".
L'architetto ha concluso la sua intervista ricordando i bei tempi passati: "Erano anni sfrenati, dove anche una follia come l'Isola delle Rose ci poteva stare. Fermo restando che l'Isola aveva creato un indotto, le potenzialità c'erano, e questo per gente abituata a trasformare tutto in business non era male."