Ribelle quando voglio: i personaggi di Sydney Sibilia

Chi sono i personaggi di Sydney Sibilia? Sono giovani dai tratti rivoluzionari e ribelli solo perché pronti ad affrontare un sistema che li soffoca e li ostacola nel compimento delle proprie libertà di pensiero, di lavoro, di parola.

Ribelle quando voglio: i personaggi di Sydney Sibilia

È un mondo sfaccettato, uno jenga composto da tanti mattoncini di legno in precario equilibrio, il mondo visionario di un autore cinematografico. In quello spazio immaginifico fatto di pellicole cinematografiche ogni idea, pensiero, messaggio implicito, o semplice divertissement si tramuta in cellula epidermica di natura visiva. Sono tanti, perciò, gli elementi che concorrono allo studio dell'operato di un autore cinematografico: dagli attori coinvolti, ai movimenti di macchina, al genere prediletto, o alle vicende affrontate.
Nel mondo di Sydney Sibilia a rivestire un ruolo fondamentale all'interno della sua poetica sono i suoi personaggi. Non solo guide predilette di avventure inedite, o dalle storie tanto irreali quanto realmente accadute, i suoi protagonisti si fanno vessilli umani di un'intera visione personale; sono manifesti in carne e ossa di messaggi da cogliere, assimilare, tra urla tenute taciute, o lasciate libere di espandersi attraverso movimenti e azioni, tra sconfitte e trattenute vittorie.

Smetto quando voglio: il regista Sydney Sibilia sul set
Smetto quando voglio: il regista Sydney Sibilia sul set

Quello di Sydney Sibilia è un microuniverso fatto di giovani e sognatori, di fantasie e scontri, di menti rivoluzionarie e autorità respingenti. Un mondo cinematografico che si fa riflesso speculare di una contemporaneità narrata da paladini forgiati dal fuoco di continue frustrazioni e inguaribile romanticismo, desiderio di successo e cocenti delusioni. E così i voli pindarici di Pietro Zinni e la sua banda in Smetto quando voglio, quelli rivoluzionari di Giorgio Rosa in L'incredibile storia dell'Isola delle rose, e quella innovativa dei fratelli Frattasio in Mixed by Erry si tramutano in rappresentazioni in scala ridotta di tanti altri sogni, tanti altri desideri nati da ragazzi e ragazze che ancora sperano, famelici ribelli contro un sistema che li frena, li ostacola, tanto ieri quanto oggi.

Pensare oltre gli schemi

Smetto quando voglio - Ad honorem: il regista Sydney Sibilia sul set del film
Smetto quando voglio - Ad honorem: il regista Sydney Sibilia sul set del film

C'è un fil rouge predominante che accomuna i giovani di Sydney Sibilia: si tratta della loro capacità di pensare al di fuori degli schemi. Sospinti dal proprio talento, o dalla loro irrefrenabile immaginazione, i protagonisti di questo regista e sceneggiatore classe 1981 decidono di tramutarsi in macchine ribelli all'interno di una società che li vuole inglobare e uniformare entro un singolo standard, soffocando le proprie visioni e i propri sogni. Protagonisti di una lotta che si distacca presto da ogni radice fiabesca, per ancorarsi alla realtà più contemporanea, Pietro Zinni, Giorgio Rosa e i fratelli Frattasio si fanno capobanda di una comunità di altre menti brillanti dalle idee rivoluzionarie volte a scuotere un sistema obsoleto e consunto che non solo non li rappresenta, ma non lascia loro spazio di sperimentare e agire. Ciò che ne consegue è la fabbricazione di espedienti talvolta anche illeciti (le sostanze stupefacenti in Smetto quando voglio, le cassette pirata in Mixed by Erry, l'isola indipendente de L'Incredibile storia dell'Isola delle rose) per far valere i propri pensieri e soprattutto la propria libertà.

Smetto quando voglio: un'immagine promozionale del film
Smetto quando voglio: un'immagine promozionale del film

Ecco dunque chi sono i personaggi di Sydney Sibilia: paladini di una libertà negata, nata dal fuoco dell'anarchia allergica alle convenzioni. Una libertà di pensiero, di sperimentazione, di parola sottratta da autorità incapaci di aggiornarsi, svecchiarsi e per questo degne di essere rivoltate da azioni ribelli. E come ogni ribaltamento che si rispetti, ecco il ritrovarsi di una rivoluzione compiuta da azioni estranee a quello schema preimpostato da un sistema autoritario ora da rovesciare.

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Mixed By Erry 1
Mixed By Erry: una scena del film

Per farsi sentire a volte non serve urlare. Non servono parole lasciate sbiadire su pagine sempre più ingiallite di documenti letti da chissà chi e chissà quando. A volte non servono nemmeno delle grandi idee, dei grandi progetti, o semplicemente dei doverosi meriti. Nell'universo di Sydney Sibilia bisogna osare, andare oltre alla legalità, e tutto per essere semplicemente ascoltati. Una ricerca di attenzione in cui il desiderio di riconoscimento del proprio talento, o della propria capacità intellettuale, spinge questi giovani a essere coraggiosi, famelici, istintivi, fino a sfruttare quella creatività per aggirare il sistema e ribaltarlo. Ed è all'ombra di queste attività sovversive, dai tratti donchisciotteschi, che si nasconde in maniera simbolica il messaggio di denuncia affidato da Sibilia ai propri giovani: rendere universale la loro difficoltà di affermarsi, di sentirsi ascoltati e riconosciuti da un sistema accademico-monetario-discografico-lavorativo che chiede loro di dover dimostrare sempre qualcosa in una competizione vuota a perdere.

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Macchine ribelli contro sistemi da svecchiare

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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose: una scena del film

Un monito, questo, che il regista ha reso esplicito nella sua trilogia ormai cult di Smetto quando voglio, e poi riproposto in maniera più sottile prima con il successivo L'incredibile storia dell'Isola delle rose e adesso con Mixed by Erry, al cinema dal 2 marzo 2023. Ironia della sorte vuole che se tale messaggio sia stato spiattellato nelle vesti di ricercatori senza futuro e contratto, disposti anche a creare "una nuova droga" pur di sbarcare il lunario, in una trilogia di finzione, è nello svilupparsi di opere tratte da storie vere che questo si fa più implicito e simbolico. Le azioni che si allontanano dall'accettazione di atti legali sono infatti solo l'esacerbazione di richieste inascoltate di giovani che al di fuori della cornice cinematografica chiedono la comprovazione del loro futuro, una sicurezza scevra di quella precarietà che da troppo tempo si fa fardello insopportabile da sostenere sulle spalle di un futuro sempre più instabile.

Smetto quando voglio: Sydney Sibilia, regista del film, sul set
Smetto quando voglio: Sydney Sibilia, regista del film, sul set

Un grido ampio, condiviso, amplificato da migliaia di voci che Sibilia restituisce non a caso attraverso opere corali. Non più storie individuali, i suoi film si fanno crogiolo di esperienze diverse, di esistenze divergenti unite da uno stesso obiettivo: avvalorare il proprio operato e con esso il proprio futuro. Non c'è spazio per egoismo o narcisismo: da Smetto quando voglio fino a Mixed by Erry tutto è condiviso, dal successo fino alla caduta. Ciò che ne consegue è un senso di comunità che abbraccia e coinvolge quello di una contemporaneità che non pare essere mutata da quella dei fratelli Enrico, Peppe e Angelo Frattasio, o dalla versione edulcorata e romanticizzata da Giorgio Rosa.
Sydney Sibilia si fa pertanto nuovo cantore di un'insoddisfazione generazionale presa in eredità da Paolo Virzì (Ovosodo, Tutti i santi giorni, Tutta la vita davanti, Il capitale umano) e ora aggiornata in termini nuovi (sebbene fondanti su storie del passato) per evidenziare quanto ancora in Italia "tutto cambia perché nulla cambi", futuro e speranze dei giovani compresi.