La regina degli scacchi: la serie Netflix è tratta da una storia vera?

Scopriamo quanto c'è di vero ne La regina degli scacchi, la nuova serie tv con Anya Taylor-Joy, disponibile su Netflix dal 23 ottobre.

La regina degli scacchi si basa su una storia vera? No, ma prende spunto da elementi reali. Nella realtà, è esistita una campionessa come Beth, la protagonista interpretata da Anya Taylor-Joy? Nel corso degli anni, si sono disputate davvero partite così entusiasmanti? Troviamo risposta a queste domande attraverso le parole di esperti di scacchi e di Walter Tevis, autore del romanzo da cui è nata la serie Netflix.

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La regina degli scacchi: Anya Taylor-Joy in una scena

Sul finire del mese di ottobre ha debuttato su Netflix La regina degli scacchi, serie tv che ha saputo sin da subito conquistare un gran numero di abbonati alla piattaforma streaming, indipendentemente dal loro amore per il mondo degli scacchi. Anche coloro che non avrebbero saputo riconoscere una torre da un alfiere, si sono appassionati alla storia della giovane protagonista interpretata da Anya Taylor-Joy, una giovane orfana che scopre una prodigiosa abilità per gli scacchi e inizia a farsi strada in un mondo dominato dagli uomini.

Alla fine dei sette episodi, basati sull'omonimo romanzo di Walter Tevis, viene spontaneo chiedersi: La regina degli scacchi si basa su una storia vera? Non esattamente. Innanzitutto, c'è da dire che la serie si svolge sullo sfondo storico della Guerra Fredda durante gli anni '50 e '60 e descrive tensioni molto vicine alla realtà, intercorse all'epoca tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Proprio come si vede nella serie tv, l'URSS ha primeggiato nel mondo degli scacchi, conquistando la medaglia d'oro in tutte le Olimpiadi internazionali di scacchi comprese tra il 1952 ed il 1974.

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La regina degli scacchi: Anya Taylor-Joy in una scena della serie

Per quanto riguarda Beth, la protagonista, non rappresenta esplicitamente una persona realmente esistita ma, stando a quanto dichiarato dall'esperto di scacchi Dylan Loeb McClain al New York Times, molti elementi lasciano pensare ad un riferimento al leggendario prodigio degli scacchi Bobby Fischer. Ad esempio, i due personaggi hanno in comune il loro stile di gioco, come ha sottolineato Fischer: "Quando giocano con il bianco e affrontano la difesa siciliana, giocano entrambi lo stesso sistema, ovvero l'attacco Fischer-Sozin". Inoltre, proprio come Beth, anche Fischer è stato incoronato campione del mondo dopo aver sconfitto il gran maestro russo nel bel mezzo della Guerra Fredda. Walter Tevis, autore del romanzo, ha dichiarato di essersi ispirato non solo a Fischer ma anche agli straordinari talenti di Boris Spassky e Anatoly Karpov, le cui partite di scacchi ha descritto come "una fonte di gioia per i giocatori come me".

Sebbene Beth sia quindi un personaggio immaginario, le partite che disputa non lo sono affatto. Molte si basano su confronti realmente avvenuti, come la partita in cui sconfigge Harry Beltik per il titolo Kentucky State Champion, che deriva da una partita del 1955 giocata a Riga, in Lettonia. La resa dei conti finale della serie, in cui affronta il campione russo Vasily Borgov, è stata giocata a Biel, in Svizzera, nel 1993. Tra le partite più sorprendenti della vita reale inserite nella serie c'è anche l'ultima partita di scacchi di velocità di Beth contro Benny Watts, che fu giocata all'Opera di Parigi nel 1858.

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La regina degli scacchi: la protagonista durante un torneo

Insomma, tutto ciò che viene mostrato all'interno della serie tv - di cui abbiamo parlato nella recensione de La regina degli scacchi - si avvicina molto a quello che è accaduto e che potrebbe accadere nell'universo degli scacchi. Gli esperti Bruce Pandolfini e Garry Kasparov hanno curato nei minimi particolari l'autenticità delle partite e l'accuratezza di ogni mossa sulla scacchiera. "Puoi congelare qualsiasi fotogramma, e vedresti una vera partita di scacchi", ha detto ad Entertainment Weekly lo sceneggiatore e regista Scott Frank. "C'è anche un'intera sequenza in cui non si vede mai la scacchiera, ma in realtà gli attori stanno ancora spostando i pezzi dove dovrebbero perché loro sapevano sempre esattamente dove doveva andare ogni pezzo". Pandolfini ha anche lavorato con gli attori per insegnare loro a tenere e spostare i pezzi come dei giocatori esperti.