Prima di prendere in considerazione Marcello Mastroianni, Federico Fellini offrì il ruolo di Marcello Snàporaz in La città delle donne a Dustin Hoffman. L'attore americano era entusiasta della sceneggiatura e non vedeva l'ora di lavorare con il celebre regista italiano ma declinò l'offerta a causa di una scelta tecnico-stilistica adottata da Fellini.
Hoffman rifiutò di girare La città delle donne dopo non essere riuscito a convincere Fellini a girare il film attraverso la tecnica del suono diretto anziché doppiare in seguito ogni attore, una scelta molto comune che caratterizzava il cinema italiano di quegli anni. L'attore americano temeva che il doppiaggio avrebbe compromesso la sua performance ed era anche intimorito da come venivano rappresentati i personaggi femminili nella sceneggiatura.
In un'intervista del 2020 con il Times, la giornalista cinematografica italiana Gloria Satta ha dichiarato a proposito delle riprese: "C'erano 50 donne nude ma poiché Fellini usava l'incenso per ottenere una luce sfocata sembrava di essere in chiesa. Sul set era sempre affiancato da un sacerdote gesuita e dal suo psicoanalista."
Giorgio Carbone dichiarò nel marzo 1980: "Arrivato sulla soglia della terza età, Fellini come regista è, per sua fortuna e nostra, entrato in quella splendida maturità in cui un mostro sacro riesce a profondere i suoi tesori di bravura per il solo piacere di farlo. Ti lasci portare dalla cavalcata delle invenzioni, e riesci ancora a stupirti, come un ragazzino che ha scoperto da poco il cinema, a ogni sequenza, ad ogni inquadratura."