Dopo il grande successo de La Chiave (e le polemiche che accompagnarono il film) Stefania Sandrelli valutò un'altra proposta di Tinto Brass, il suo film successivo, che si sarebbe intitolato Miranda, ma l'attrice chiese una cifra altissima e il regista fu costretto a rinunciare.
Qualche anno dopo la Sandrelli ha confermato che chiese una cifra molto alta per Miranda (ruolo che poi andò a Serena Grandi) ma solo perché non voleva fare il film. L'attrice ha detto iù volte che rifarebbe La Chiave "anche cento volte" - del resto è il film che ha rilanciato la sua carriera e contribuito a darle una nuova immagine di sex symbol - ma non era convinta di voler fare un altro film con il regista: "Tinto è adorabile" - ha detto la Sandrelli in un'intervista a Fanpage di qualche tempo fa - "Ma la storia è un'altra. In realtà l'offerta per fare Miranda fu generosa. Il mio agente dell'epoca era fuori di sé: "Stefania, diventerai ricchissima". Tanta felicità era sospetta. Così presi il copione e andai da un altro agente, Moira Mazzantini. Le dissi: "Tu mi devi salvare la vita, possiamo leggerlo insieme?". Ci sedemmo. Iniziammo. Tenemmo il conto su un blocco: "Due seghe, quattro chiavate, tre sodomie, qualche artifizio con la bocca". Ci guardammo e dicemmo: "Non se po' ffà". E così sparammo una cifra altissima per farci dir di no."
In un'altra intervista Tinto Brass spiegò che ai tempi de La chiave, Stefania Sandrelli "Era una delle attrici di un'importante agenzia e in quel momento nessuno la ingaggiava, per questo chiedeva cachet bassissimi. Appena l'ho vista non ho avuto dubbi: "Voglio lei". E infatti il film è andato liscio, il peggio è arrivato dopo. Grazie al successo ottenuto, poi l'hanno cercata in molti, e appena ho provato a riprenderla ha sparato un ingaggio folle e sono stato costretto a rinunciare".
La Chiave, adattamento dell'omonimo romanzo di Junichiro Tanizaki, era ambientato a Venezia durante il periodo fascista. Stefania Sandrelli è Teresa, la giovane moglie del professor Nino Rolfe. Lui fa trovare alla moglie il suo diario in cui confessa le sue fantasie più lussuriose e lei gli svela, sempre tramite il suo diario, della relazione sessuale che ha con il giovane fidanzato di sua figlia, Laszlo.
Il film uscì con il divieto ai minori di 18 anni e fu sequestrato subito dopo l'uscita nelle sale a causa delle scene scabrose, ma poi tornò nuovamente al cinema.