Kill Blue, è pronto a debuttare come anime l'anno prossimo il nuovo fenomeno di Shonen Jump

Dopo la conclusione del manga nel 2025, Kill Blue rinasce come anime e debutterà nell'aprile 2026. Annunciato al Jump Festa 2026 con trailer e poster, il progetto coinvolge un nuovo cast vocale e uno staff esperto, pronto a trasporre il tono leggero della serie.

Una scena di Kill Blue

La fine di un manga non è sempre un addio definitivo, a volte è solo una pausa, un cambio di formato: è il caso di Kill Blue, serie firmata da Tadatoshi Fujimaki che, chiusa la sua corsa su Shonen Jump, si prepara a una seconda vita animata già fissata per il 2026.

Kill Blue rinasce come anime

Nel corso dell'ultimo anno, Weekly Shonen Jump ha attraversato una fase di profondo rinnovamento editoriale, con la chiusura di quasi quindici serie. Molte di queste si sono interrotte prematuramente, altre invece hanno raggiunto un finale naturale, chiudendo il proprio arco narrativo senza strappi. Tra queste rientra Kill Blue, manga di Tadatoshi Fujimaki conclusosi nell'estate 2025, che ha però evitato il destino dell'oblio annunciando subito un adattamento animato.

Il progetto è stato presentato ufficialmente durante il Jump Festa 2026, dove è stato mostrato un primo trailer accompagnato da una visual promozionale. L'anime debutterà nell'aprile 2026, inserendosi nel palinsesto primaverile, anche se al momento non sono stati comunicati né una data precisa né i dettagli sulla distribuzione internazionale. Una scelta prudente, che lascia spazio a futuri annunci, ma che conferma comunque una tabella di marcia già ben definita.

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Alla regia troviamo Hiro Kaburagi, nome noto per lavori come Great Pretender e Kimi ni Todoke, mentre la produzione dell'animazione è affidata allo studio CUE. Il character design sarà curato da Miho Daidoji, già coinvolta in titoli come Kuroko's Basketball e Kimi ni Todoke 3rd Season. Un team che suggerisce un'attenzione particolare al ritmo visivo e alla leggibilità dei personaggi, elementi centrali per una serie che ha sempre puntato su un equilibrio delicato tra azione e leggerezza.

Un anime "leggero" che rivendica il proprio lavoro dietro le quinte

Il trailer non è stato l'unico elemento a catturare l'attenzione: insieme alle prime immagini sono stati annunciati anche nuovi membri del cast vocale. Accanto a Shunsuke Takeuchi, già confermato nel ruolo della versione adulta di Juzo Ogami, si uniscono Yuko Sanpei come Juzo giovane, Fuka Izumi nel ruolo di Noren Mitsuoka, Shuichiro Umeda come Kotatsu Nekota, Takeo Otsuka nei panni di Tenma Tendo, Atsumi Tanezaki come Chisato Shiraishi e Yumi Uchiyama nel ruolo di Eri Wanibuchi. Un cast ampio, che riflette l'intenzione di dare spazio a tutte le sfumature del racconto.

A completare il quadro è arrivato anche un messaggio diretto dell'autore, condiviso durante il Jump Festa. Fujimaki ha scelto un tono ironico e disarmante per presentare l'anime ai fan: "Finalmente - dopo tanto tempo - KILL BLUE sta... diventando un anime! Beh, dire 'dopo tanto tempo' forse è un po' esagerato, ma... sì, diventerà un anime!". Subito dopo, l'autore chiarisce l'identità dell'opera: "KILL BLUE è sempre stato pensato come una lettura leggera e scorrevole. Anche se vi preparate... non succederà nulla di folle. Niente demoni, niente mostri."

Il punto centrale del discorso arriva però subito dopo, con una metafora sorprendentemente concreta: "Solo perché uno snack è croccante e leggero, non significa che chi lo ha creato non abbia fatto fatica." E conclude: "KILL BLUE funziona allo stesso modo. Può sembrare facile da leggere, ma non è stato creato 'senza sforzo'. Guardate questo staff e questo cast incredibili: stanno lavorando al massimo per offrirvi un anime leggero e divertente."

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L'invito finale è semplice e rivelatore: avvicinarsi alla serie con l'entusiasmo di chi scopre "che il suo snack preferito avrà un nuovo gusto l'anno prossimo". Un'immagine quotidiana, lontana dall'epica ipertrofica tipica dello shonen, che riassume perfettamente l'ambizione dell'anime: non stravolgere il genere, ma trovare il proprio spazio con naturalezza, trasformando la leggerezza in una scelta consapevole, non in un limite.