Una società di noleggio costumi ha citato in giudizio Kevin Costner e i produttori di Horizon: An American Saga - Chapter 2. Al centro della disputa, presunti mancati pagamenti per oltre 400 mila dollari legati all'utilizzo di costumi nel film, una controversia che mescola cinema, contratti e cifre importanti, riportando l'attenzione sul dietro le quinte della produzione.
Accuse, cifre e contratti non rispettati da Kevin Costner
Secondo quanto riportato da PEOPLE, una società specializzata nel noleggio di abiti di scena ha intentato una causa contro Kevin Costner e diverse entità legate alla produzione di Horizon: An American Saga - Chapter 2. L'azione legale, depositata il 22 dicembre presso la Superior Court della Contea di Los Angeles, accusa attore e produttori di violazione contrattuale. Al centro del contenzioso c'è il presunto mancato pagamento di costumi definiti nella documentazione come "di valore", forniti dalla Western Costume Leasing Company per il secondo capitolo della saga western.
Secondo l'atto consultato dalla testata, la produzione avrebbe regolarmente ricevuto gli abiti, senza mai contestarne né la consegna né la qualità, ma avrebbe accumulato fatture non saldate per un totale di 134.256,82 dollari. I costumi, sempre stando alla denuncia, sarebbero stati effettivamente utilizzati nel film, nonostante i ripetuti solleciti di pagamento. La richiesta complessiva supera i 400 mila dollari e include, oltre alle somme non versate, circa 150 mila dollari di danni economici, 200 mila dollari per le spese legali e 40 mila dollari di interessi maturati. A questi si aggiunge una richiesta di 100 mila dollari di danni punitivi, oltre a "ogni ulteriore provvedimento che la Corte riterrà giusto e appropriato". Al momento, PEOPLE ha contattato sia Costner sia la società di noleggio per un commento, senza ricevere risposte ufficiali.
Un progetto ambizioso tra rischi personali e ostacoli produttivi
La controversia sui costumi si inserisce in un contesto produttivo già complesso per Horizon: An American Saga - Chapter 2, secondo capitolo dell'epopea western ideata e fortemente voluta da Costner. Dopo i risultati deludenti al botteghino del primo film, l'uscita cinematografica del sequel è stata posticipata, pur trovando spazio in importanti vetrine festival come la Mostra del Cinema di Venezia nel settembre 2025 e il Santa Barbara International Film Festival.
Il primo capitolo, invece, ha conosciuto una seconda vita sulle piattaforme streaming, dove ha raccolto maggiore attenzione. Costner, che nel progetto recita accanto a Sienna Miller, Giovanni Ribisi e altri interpreti, ha investito personalmente almeno 38 milioni di dollari nella saga, una scelta che ha difeso con convinzione. "Questo è il messaggio che voglio che i miei figli capiscano su chi sono: faccio ciò in cui credo", ha raccontato a GQ nel maggio 2024. "Ho paura come chiunque altro. Non voglio essere umiliato".
Nonostante la determinazione, i problemi non si sono fermati qui. L'attore avrebbe incontrato nel 2024 alti funzionari sauditi per discutere il finanziamento degli ultimi due capitoli della saga, ma l'accordo non si è concretizzato. A complicare ulteriormente il percorso di Horizon c'è anche un'altra causa legale: quella intentata dalla stunt performer Devyn LaBella, che accusa Costner di aver diretto una scena di violenza sessuale non prevista e priva delle necessarie tutele.
In una dichiarazione depositata in tribunale, l'attore ha respinto con fermezza le accuse, definendole "assolutamente false" e aggiungendo che è "profondamente deludente" che qualcuno della produzione possa sostenere di aver vissuto un simile incubo. Tra battaglie legali, rischi economici e ambizioni artistiche, il viaggio di Horizon continua a essere accidentato, confermando quanto il confine tra cinema epico e realtà possa essere più sottile del previsto.