Martedì 29 Settembre (ore 21) un importante evento speciale a Odeon Firenze, che in collaborazione con CinemAmbiente, FairMenti e SenzaSpreco, presenta la proiezione - in prima nazionale - di Just Eat It: A Food Waste Story (versione originale inglese con sottotitoli in italiano), il film-evento del regista canadese Grant Baldwin che sta facendo il giro del mondo suscitando polemiche e dibattiti.
Il sistema alimentare americano spreca quasi il 50% del cibo prodotto. Un dato ancor più impressionante se si pensa che il 10% della popolazione non riesce a raggiungere il sufficiente fabbisogno energetico giornaliero. Ma si può vivere esclusivamente con gli scarti di una produzione che si basa sullo spreco? È quanto hanno dimostrato Jen Rustemeyer e Grant Baldwin, che hanno vissuto per sei mesi, ingrassando qualche chilo e risparmiando circa ventimila dollari, raccogliendo confezioni scadute o prossime alla scadenza, danneggiate o mal etichettate, e grazie a prodotti freschi scartati in quanto difettati oppure perché di dimensioni o forme non consoni alla vendita.
Just Eat It: A Food Waste Story, presentato lo scorso aprile all'Hot Docs di Toronto, in queste settimane è diventato un caso nelle sale americane, perché racconta un mondo nascosto dove i viveri possono essere scartati per il più futile dei motivi: "Lo spreco non è solo nei nostri frigoriferi, quando buttiamo qualcosa perché magari è scaduto. Quello più grave avviene a monte, dai produttori agricoli e industriali" spiega il regista. Nel film, ad esempio, si scopre che in Sud America le banane che non rispettano gli standard estetici vengono buttate, anche se dentro sono normalissime banane, e moltissime vengono mandate al macero perché magari non rotonde a sufficienza: "Mi è capitato di trovare una spedizione di cioccolata dall'Inghilterra del valore di circa 12.000 dollari buttata via perché mancava un'etichetta" racconta ancora Baldwin.
Grant e Jen hanno registrato su video sei mesi della loro vita in cui non hanno fatto altro che andare da ristoranti, produttori e supermercati per raccogliere il cibo scartato. In totale hanno speso 200 dollari: "Il motivo è che anche se volevamo pagare queste pietanze, molte spesso ce le regalavano, proprio perché per i produttori non hanno più alcun valore. Per questo abbiamo speso così poco".
Il film non è solo un viaggio nel mondo dello spreco, ma anche un invito a impegnarci a fare meglio, partendo dai nostri frigoriferi: "Alcune ricerche sostengono che tra un secolo sulla Terra ci saranno 13 miliardi di abitanti, quasi il doppio rispetto a oggi. Come sfameremo tutte queste persone? Bisogna agire subito, educare la gente a sprecare di meno". Nel film ci sono già alcuni consigli-base: imparare a fare la spesa giorno per giorno, comprando solo quello che si ha intenzione di consumare; creare una zona del frigorifero dove stipare i prodotti che stanno per scadere, così da ricordarsi più facilmente di consumarli. Piccole azioni quotidiane che tuttavia non sono sufficienti se non si interviene sulla filiera produttiva: "Non ha senso buttare via una mela solo perché è meno bella di quella di una foto pubblicitaria" conclude Baldwin. Un messaggio che, al contrario del cibo nel film, speriamo non vada sprecato.