Tra fossili digitali e dinosauri che hanno riscritto le regole del blockbuster, Jurassic Park ha lasciato molto più di un ruggito nella storia del cinema. Ma tra tutte le meraviglie scientifiche e i cataclismi cinematografici della saga, c'è un dettaglio che ancora oggi fa arrovellare i fan più affezionati: le Cinque Morti, ovvero il nome delle isole di Jurassic Park. Perché si chiamano così?
"Le Cinque Morti": il mistero più oscuro di Jurassic Park
Appena sussurrato in Il mondo perduto del 1997, il nome dell'arcipelago - Las Cinco Muertes - ha acceso più domande che risposte. Sì, è una catena di cinque isole al largo del Costa Rica, ma non compare su nessuna mappa. E no, Isla Nublar, l'iconico teatro del parco originale, non ne fa parte: è una sorella solitaria, distante un centinaio di miglia. Delle cinque sorelle vere e proprie - Isla Sorna, Matanceros, Muerta, Tacaño e Pena - solo la prima ha ricevuto un'attenzione cinematografica diretta, trasformata nel famigerato "Sito B", dove i dinosauri venivano cresciuti in gran segreto. Le altre? Oscure, dimenticate, forse volutamente evitate. Alcune, si dice, sarebbero vulcaniche. Ma l'enigma vero è un altro: perché chiamarle proprio così?

Tra folklore e condanne: l'origine brutale delle Cinque Morti
"La leggenda racconta che un guerriero fu costretto a scegliere tra cinque modi per morire. Ma lui si rifiutò... e le subì tutte." È con questo retroscena cupo e folkloristico che si tenta di dare un senso al nome dell'arcipelago. Ogni isola sarebbe dunque legata a una forma di esecuzione: bruciare, annegare, decapitare, schiacciare, impiccare. Un rituale di morte, scolpito nella toponomastica di un mondo fittizio che, paradossalmente, ci sembra più reale di tanti altri.
Richard Hammond, il visionario miliardario dietro il parco, pare avesse scelto queste isole proprio per la loro sinistra reputazione: "già evitate da tutti", dunque perfette per nascondere l'inaudito. Ma è proprio questo alone di leggenda, mai approfondito nei film, ad aver trasformato le Cinque Morti in un mistero eterno. E forse è giusto così: ogni saga ha bisogno di un confine che non va oltrepassato. Chissà poi cosa trovi dietro quella grande, massiccia, porta.