Il Museo della Cultura Pop di Seattle ha deciso di non mettere alcun riferimento a J.K. Rowling nelle proprie esposizioni a causa delle sue opinioni riguardanti le persone transessuali.
La decisione è stata spiegata online dal project manager dell'organizzazione, sottolineando come sia complicato celebrare l'impatto culturale della saga creata dalla scrittrice.
La dichiarazione online
Chris Moore, responsabile del Museo, ha dichiarato parlando di J.K. Rowling: "C'è una certa entità fredda, senza cuore e che toglie la gioia nel mondo di Harry Potter e, questa volta, non è un dissennatore. Vorremmo seguire la teoria di internet che questi libri sono stati realmente scritti senza un autore, ma questa persona parla troppo apertamente delle sue visioni piene di odio e divisive per essere ignorata".
Online si è quindi aggiunto: "Per ora i curatori hanno deciso di rimuovere tutti gli oggetti che la riguardano da questa galleria per ridurne l'impatto. Non è una soluzione perfetta, ma è quello che siamo riusciti a fare in breve tempo mentre cerchiamo di capire come comportarci a lungo termine".
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Le polemiche iniziate nel 2019
Le critiche a J.K. Rowling sono iniziate quattro anni fa a causa di alcuni tweet in cui la scrittrice criticava la scelta di usare la frase "persone che hanno le mestruazioni" al posto del termine "donne".
L'autrice ha più volte ribadito che sostiene i diritti della comunità transessuale, ma che considera sbagliato non usare la parola donna per chi lo è biologicamente.
Nel corso degli anni la polemica è proseguita a lungo, causando anche minacce di morte e numerosi dibattiti culturali e politici.