Magari la paura che fa Sanremo sulla rete concorrente non c'entra nulla, ma Mediaset ha deciso di salutare la serata inaugurale del Festival dall'altra parte della barricata mandando in onda It di Tommy Lee Wallace. La miniserie cult andrà in onda stasera su Italia1 a partire dalle 21:21 e farà compagnia al pubblico fino all'una di notte.
Concepita come una serie tv in 8 puntate, poi ridotte a due dalla ABC, It ha una trama nota a tutti, soprattutto ai tantissimi fan del re dell'horror Stephen King, del cui romanzo omonimo si pone come prima trasposizione per (piccolo) schermo. A Derry, una piccola cittadina del Maine, sette ragazzini alla ricerca di avventure commettono l'imperdonabile errore di risvegliare una presenza malefica con le sembianze di un clown. It, il pagliaccio assassino (come verrà nominato nell'edizione italiana), comincia a seminare morte e terrore, almeno fin quando il gruppo di giovanissimi non capisce come fermarlo. La tregua, però, non durerà in eterno e 30 anni più tardi quegli stessi sette amici si troveranno ancora una volta a dover fronteggiare il terribile clown.
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Nonostante non fosse di certo impeccabile dal punto di vista tecnico e stilistico, It è diventata negli anni un vero e proprio cult per gli amanti dell'horror. Dimenticate gli effetti speciali rudimentali, lasciate da parte una sceneggiatura, adattata dal regista Tommy Lee Wallace e da Lawrence Cohen, infarcita di battute meno raffinate dell'originale, fingete di non notare le troppe e pesanti differenze rispetto al romanzo di Stephen King: questo per dire che, nonostante i molteplici difetti, It è riuscita, per esempio, nel 2004 a classificarsi al primo posto in una classifica composta dalle serie tv più spaventose mandate in onda sulle reti americane, sbaragliando addirittura la concorrenza di Twin Peaks e X-Files. Il merito e il motivo di un così grande attaccamento della sua fanbase? Forse, più di Wallace, allievo neppure troppo ispirato di Carpenter in alcune produzioni minori, va riconosciuto tutto a quell'incredibile maschera perturbante di Tim Curry.
L'attore britannico ha infuso l'anima al Pennywise televisivo, oltre ad aver praticamente "inventato" il suo volto: dopo aver recitato in Legend, Tim Curry non era particolarmente propenso a interminabili sedute di make-up, per questo propose a Wallace un trucco davvero minimale rispetto a quella che era stata inizialmente la richiesta del regista. Fu l'arma vincente: quella maschera così essenziale, tutta giocata sull'unico contrasto di bianco e rosso, ispirata al Lon Chaney de Il fantasma dell'Opera, riusciva a far risaltare l'incredibile capacità espressiva di Tim Curry, buffo e spaventoso come solo il vero Pennywise di Stephen King doveva essere.
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Certo, riguardare oggi It a quasi 30 anni di distanza farà storcere il naso a molti spettatori: non soltanto per quella seconda parte meno riuscita della prima, per ammissione dello stesso regista, ma anche per la poca fedeltà alle pagine di Stephen King e per i tagli eccessivi effettuati dalla censura su temi ritenuti non adeguati, entrambe esigenze prettamente televisive. Eppure ogni ripetuta visione di questo primo, perturbante incontro vis a vis con Pennywise conserva sempre un suo fascino e un suo perchè, non fosse altro che per rinfrescare la memoria in attesa di It: Chapter Two di Muschietti.
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