Nel corso di una recente intervista concessa a IndieWire, Brandon Cronenberg, figlio di David, ha parlato della sua ultima regia, Infinity Pool.
Fondamentale nell'esperienza di Brandon è stata una vacanza nella Repubblica Dominicana fatta circa 20 anni fa: "È stata un'esperienza del tutto assurda e sinistra",
"Ti portavano in autobus nel cuore della notte e non vedevi nulla. Ti lasciavano nel resort, che era circondato da una recinzione di filo spinato vagamente mascherata da foglie di palma secche". Ha poi raccontato di aver fatto acquisti in una finta città all'interno delle mura e ha di aver cenato in un ristorante cinese. Poi, è tornato all'aeroporto in giornata. "Ho visto che l'area circostante era completamente in povertà", ha detto. "È stato un contrasto orribile".
Quell'esperienza ha fornito le basi per Infinity Pool, la terza e più ambiziosa impresa dello sceneggiatore e regista, una satira di classe paragonabile a The White Lotus e Triangle of Sadness, che offre i suoi colpi di scena body-horror, marchio di fabbrica della famiglia Cronenberg.
Come suo padre David Cronenberg, Brandon sviluppa un thriller inquietante a partire da temi complessi che richiedono uno sguardo più approfondito.
"L'ambientazione è usata in gran parte per parlare dei modi in cui la psicologia umana può mutare e la violenza animalesca può riemergere in un contesto in cui non si hanno responsabilità", ha detto. "Questo specchio, quasi disneyano, della realtà che è contenuta nella bolla di un resort è molto strano e grottesco per me. È come se non si stesse visitando un paese. Si sta visitando una dimensione alternativa dall'altra parte del paese o una nazione turistica dall'altra parte del mondo".
Brandon Cronenberg, quindi, ha aggiunto: "Questo elemento di costante auto-osservazione è qualcosa a cui stavo pensando. È una parte importante della nostra società di oggi".
Infinity Pool: vacanza da incubo per Alexander Skarsgård nel trailer di Brandon Cronenberg
Infine, sull'influenza della tecnologia nella società ha dichiarato: "Non credo che la tecnologia sia intrinsecamente buona o cattiva. Viene sempre usata in entrambi i modi. Per me, la parte più spaventosa dei social media è il grado di influenza e di apertura emotiva e psicologica delle persone che possono essere violate, e il modo in cui questo si interseca con questioni come la libertà di parola e la democrazia".