I membri del team creativo del film hanno spiegato come hanno modificato alcuni dettagli de Il Gobbo di Notre Dame per far sì che fosse classificato come Rated G, ovvero adatto a tutti.
Il gobbo di Notre Dame è, forse, uno dei film più adulti della Disney vista la storia raccontata e alcune scene lussuriose inserite nella sceneggiatura. In un'intervista con il New York Times, i creatori, scrittori, co-registi e produttori del film hanno ricordato come hanno fatto a classificarsi Rated G, nonostante alcuni dettagli poco consoni alla classificazione:
"Non avremmo mai pensato di farla franca con il termine 'inferno'."
In un articolo pubblicato lunedì per il 25° anniversario del film Disney del 1996, lo scrittore Tab Murphy ha descritto l'intero film, basato sul romanzo gotico francese del 1831 di Victor Hugo, come "il Rated G più classificato come R che voi abbiate mai visto". Effettivamente, sono molte le scene nel film in cui si fa riferimento alla lussuria e al peccato, come quando Frollo annusa vogliosamente i capelli di Esmeralda. In quella scena, ad esempio, è stato abbassato il volume del doppiaggio del crudele giudice e aumentato il rumore del vestito di lei, facendo sì che la parola 'peccato' non si senta chiaramente.
Anche durante la scena in cui Claude Frollo canta "Luci del Paradiso/Fiamme dell'Inferno" ed è attorniato da figure inquietanti con cappuccio rosso, la sua voce è stata abbassata per un attimo per non far sentire la parola "peccato", che a quanto pare avrebbe portato numerosi problemi.
Lo scrittore Tab Murphy afferma che i dirigenti della Walt Disney Co. dell'epoca, Roy E. Disney e Michael Eisner, adottarono un approccio disinteressato in merito a questo problema: "Non mi è mai stato detto di stare lontano da questo o quello o 'non puoi farlo'"