Saranno i documentari in prima italiana See No Evil di Jos de Putter (ore 18) sulla vita di tre scimmie, tra cui Cheeta, nota per i suoi ruoli nei film di Tarzan, e Last Hijack (ore 21) di Tommy Pallotta e Famke Wolting, sugli arrembaggi dei pirati somali, a inaugurare la 55esima edizione del Festival dei Popoli, festival internazionale del film documentario, venerdì 28 novembre al cinema Odeon di Firenze.
Alle 18.00 si parte con See No Evil (Paesi Bassi, 2014), l'ultima opera del regista Jos de Putter, che apre la retrospettiva dedicata dal festival all'autore olandese. La telecamera osserva la vita di tre scimmie ormai anziane: Cheeta, nota per i suoi ruoli da attrice nei film di Tarzan, Kanzi - "la scimmia più intelligente al mondo" - che dopo anni di studi riesce in parte a comunicare con gli uomini grazie ad un computer, e Knuckles, utilizzata per test che hanno lasciato cicatrici profonde sul suo corpo e nella sua mente. Tre animali che hanno vissuto a stretto contatto con l'uomo. Il ricordo del loro passato e l'osservazione del loro presente diventa un viaggio nei meandri più profondi dell'essere umano. Il regista sarà presente alla proiezione.
Alle 21.00 è prevista la proiezione di Last Hijack, docufilm diretto da Tommy Pallotta e Famke Wolting, che ci permette, attraverso un originale incontro tra documentario e cinema d'animazione, di conoscere più da vicino le vicende dei pirati della Somalia. Il documentario guarda alla situazione della Somalia contemporanea - capitale mondiale della pirateria - attraverso gli occhi degli uomini che da anni assaltano le petroliere che ne solcano le acque. Un tempo rispettati e temuti, oggi stigmatizzati sia dalla cronaca internazionale che dai propri connazionali, i pirati del Corno d'Africa non sono più eroi, ma uomini che lottano per la propria sopravvivenza. Le scene degli assalti alle navi sono state ricostruite con sequenze animate. A proposito della scelta di creare un ibrido che fondesse il documentario con altri generi cinematografici i registi spiegano: "Le forme ibride offrono moltissime possibilità in termini di narrazione. Sfidano l'idea della realtà oggettiva che il documentario dovrebbe catturare. Last Hijack incorpora scene girate dal vivo e animazione, ma anche finzione e documentario. Queste nuove forme ibride sono emozionanti, danno la possibilità di sperimentare e ricercare modalità di narrazione che non debbano sottostare a nessuna regola".