Dopo il successo di Water, candidato all'Oscar come miglior film straniero, la regista indiana Deepa Mehta dirige l'atteso adattamento de I figli della mezzanotte, una delle opere più amate e di maggior successo di Salman Rushdie che firma anche la sceneggiatura e figura come produttore esecutivo. Pubblicato nel 1981 I figli della mezzanotte, edito in Italia da Mondadori, è stato tradotto in decine di lingue e premiato con i maggiori riconoscimenti internazionali (Booker Prize, Book of the Booker, I 100 libri del secolo di Le Monde). Il film, così come il romanzo, ci accompagna in un lungo viaggio che ripercorre, nell'arco temporale di sessant'anni, la storia di un'esistenza straordinaria legata indissolubilmente agli eventi storici che hanno portato l'India all'indipendenza dall'Impero britannico avvenuta nel 1947. I figli della mezzanotte trasmette messaggi universali e fondamentali sul tema del coraggio, della libertà e della speranza di un popolo, è una vera e propria dichiarazione d'amore nei confronti dell'India.
È il 15 agosto 1947, l'India proclama l'indipendenza dall'Impero britannico. "Fa' che il ricco sia povero e il povero ricco". E' per un gesto di ribellione che, in un ospedale di Bombay, due neonati vengono scambiati da un'infermiera per permettere all'uno di vivere il destino dell'altro: Sinai, figlio di una donna povera, e Shiva, erede di un coppia benestante. Le loro vite si intrecceranno con quelle di tutti gli altri bambini nati nello stesso momento: sono i figli della mezzanotte e ognuno di loro possiede doti straordinarie.