Hugh Grant e Neil Gaiman accusano governo e piattaforme streaming di indebolire il servizio pubblico

Hugh Grant e Neil Gaiman sono tra i firmatari di una lettera aperta che denuncia l'indebolimento delle emittenti di servizio pubblico da parte di streamer e governo inglese.

Lo scrittore Neil Gaiman, l'attore Hugh Grant e lo storico e presentatore David Olusoga sono tra le 120 personalità britanniche che hanno firmato una lettera aperta in cui denunciano l'indebolimento delle emittenti di servizio pubblico causato da piattaforme streaming e governo.

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La lettera, firmata dal gruppo British Broadcasting Challenge, presieduto dall'ex funzionario creativo della BBC Pat Younge, afferma che servizi come BBC, ITV, Channel 4 e Channel 5 sarebbero "gravemente minacciati" da servizi di streaming non regolamentati e contenuti acchiappa-clip prodotti da grandi aziende tecnologiche, ma anche dal governo del Regno Unito.

La lettera diffusa da Variety, firmata anche dagli attori Michael Sheen e Steve Coogan, dallo scrittore Salman Rushdie e dal regista Armando Iannucci, è indirizzata al Segretario di Stato inglese per Digitale, Cultura, Media e Sport Oliver Dowden. nella missiva si evidenzia il taglio del 30% dei fondi alla BBC e si sostiene che "i presidi a supporto delle strutture pubbliche come ITV, C4 e C5 sono stati ridotti e sarebbero ulteriormente danneggiati dalla privatizzazione di C4."

Il gruppo si schiera contro un panel organizzato lo scorso novembre per "fornire competenze e consigli indipendenti come parte della revisione strategica del governo del servizio pubblico di radiodiffusione". Tra i partecipanti al panel, Nicola Mendelsohn, VP per Europa, Medio Oriente e Africa di Facebook, Sophie Turner Laing, ex CEO di Endemol Shine Group, e Jane Turton, capo di All3Media.

"Siamo preoccupati che il governo si avvalga della consulenza di un panel non istituito secondo le linee guida del Gabinetto, che si riunisce in segreto senza alcun documento pubblico del suo ordine del giorno, discussioni o raccomandazioni", afferma la lettera.

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"Abbiamo una visione diversa. Crediamo che questo sia il momento - in un'era di disinformazione e politicizzazione "armata" di notizie e opinioni - per rafforzare le nostre grandi emittenti di servizio pubblico britanniche piuttosto che ridurle; fermare attacchi politici e finanziari miopi; fornire una visione per il futuro che consenta al nostro sistema pubblico di crescere come una rete indipendente e affidabile degna del Regno Unito, dei suoi cittadini e del mondo".

La lettera prosegue chiedendo un "dibattito pubblico onesto che esplori i vantaggi a livello globale che il nostro esclusivo sistema pubblico ci offre ora".