Harvey Weinstein, al termine del quinto giorno di consiglio, è stato giudicato colpevole di un singolo capo d'imputazione per atto sessuale, quello per aver aggredito Miriam Haley.
La giuria, composta da sette donne e cinque uomini, ha invece assolto l'ex produttore per quanto riguarda un capo d'imputazione simile legato alle accuse avanzate da Kaja Sokola.
La situazione in tribunale
Il verdetto sull'unica accusa di stupro, avanzata dall'ex assistente Jessica Mann, non è stato invece ancora raggiunto. Il giudice Curtis Faber ha infatti sospeso il lavoro dei giurati a causa di un clima particolarmente teso in camera di consiglio.
Nel tentativo di raggiungere un verdetto nel processo che vede imputato Harvey Weinstein, sembra ci sia stata una grande tensione, arrivando persino a scontri verbali e a minacciarsi reciprocamente di violenza.

L'ex produttore avrebbe chiesto in aula l'allunamento del processo sostenendo: "E' la mia vita in gioco, questo non è giusto".
Il giudice Farber ha quindi chiuso in anticipo la giornata, lasciando in sospeso il terzo capo di imputazione.
La sentenza precedente
Nel 2020 l'ex produttore era stato condannato per stupro e atto sessuale criminale, venendo successivamente sottoposto a un nuovo processo dopo l'annullamento compiuto dalla Corte d'Appello dello Stato di New York per vizio di forma. Il giudice, all'epoca, non avrebbe dovuto ammettere alcune testimonianze compiute da donne che avevano accusato Weinstein di molestie e aggressione sessuali che non avevano portato a capi d'imputazione formali.
Il giudice Jenny Rivera aveva dichiarato: "Ribadiamo che nessuna persona accusata di illegalità può essere giudicata sulla base di prove di crimini non imputati che servono solo a stabilire la propensione dell'imputato al comportamento criminale".