A Rowena Chiu fu offerto un lavoro come assistente personale di Harvey Weinstein nel 1998 e la donna pensò subito che il suo sogno di entrare a far parte dell'industria cinematografica si stesse per realizzare: meno di un mese dopo si ritrovò a lottare fisicamente contro il molestatore sessuale seriale in una stanza d'albergo a Venezia.
Secondo quanto rivelato dal The Hollywood Reporter, la Chiu ha raccontato che la precedente assistente di Weinstein, Zelda Perkins, l'aveva avvertita di non sedersi mai sullo stesso divano con Harvey a causa delle sue "mani vaganti". Rowena ha spiegato: "Zelda mi disse che era molto difficile da gestire e sapevo del suo famigerato temperamento".
"Ma né Zelda né io sapevamo che fosse uno stupratore seriale e così tante giovani donne brillanti lavoravano con lui e tutte sembravano prosperare. Negli anni '90, nell'industria cinematografica, le molestie sessuali erano all'ordine del giorno", ha continuato l'ex assistente del produttore.
Inutile dire che gli avvertimenti e le dicerie non furono sufficienti per prepararla agli orrori che avrebbero avuto luogo al Festival del Cinema di Venezia, dove la Miramax stava presentando Shakespeare in Love. La Chiu ha raccontato che i due condivisero una suite, dato che lavoravano abitualmente fino alle 2 del mattino. Appena arrivati, Weinstein si mise un accappatoio e per le quattro ore successive non fece altro che chiederle di togliersi i vestiti, di fargli un massaggio e di praticare sesso orale. Dopo il massaggio Weinstein la spinse sul letto, le strappò le mutande e le disse: "Potresti avere una grande carriera, mi bastano cinque minuti".
Rowena riuscì a scappare e pensò di accusare il produttore di aver tentato di stuprarla: "Credevo che sarebbe stato denunciato alla polizia, arrestato e processato per violenza sessuale. Non sapevo quanto fosse difficile, nessuno credeva a ciò che dicevano le ragazze in quegli anni. Ero spaventata, traumatizzata e Harvey era un uomo molto potente." In seguito le fu fatto firmare un accordo da 125.000 sterline in cambio del suo silenzio.