Hanno Ucciso l'Uomo Ragno, Max Pezzali: "Se uno guarda la serie pensa 'Ma questi non sapevano fare niente'"

Pezzali torna a parlare della serie Sky che si è rivelata un vero e proprio successo mentre è in fase di lavorazione a Pavia la seconda stagione, Nord Sud Ovest Est.

Max Pezzali

Sincero e autoironico, Max Pezzali è tornato a parlare della serie rivelazione dedicata agli 883, Hanno ucciso l'Uomo Ragno mentre è in lavorazione la seconda stagione. Nel corso di un incontro tenutosi ieri a Lucca Comics & Games, il cantante ha analizzato i motivi per cui la sua musica continua a piacere così tanto facendo riferimento allo show Sky che racconta la genesi del suo gruppo musicale.

"Se uno guarda la serie pensa 'Questi questi qua non sapevano fare niente'. Non sapevamo suonare, non avevamo una gran voce. Se si guarda il talento o il fattore x, ne eravamo privi" ha ammesso candidamente. "Ma avevamo qualcosa da raccontare, ed eravamo convinti che fosse importante. se la gente va via sorridendo dai nostri concerti alla fine è ciò che conta. Le mie canzoni le possono cantare tutti, la gente che le ascolta pensa 'Se lo ha fatto lui lo posso fare pure io'. Dopo tutto sono un figlio della filosofia punk. Se sentivi i Genesis buttavi la chitarra, se sentivi il punk pensavi 'Allora posso farlo anche io'".

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I protagonisti della serie sugli 883 Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli

Max Pezzali è sempre stato uno di noi

Come evidenzia anche la nostra recensione de Hanno Ucciso l'Uomo Ragno, la vicinanza col pubblico è sempre stato uno dei punti di forza degli 883. Anche per questo motivo, Max Pezzali non ci pensa neanche a ergersi a guru o maître à penser, rivelando di nutrire mlti dubbi sull'interpretazione del presente che stiamo vivendo.

Max Pezzali Lucca Comics 2025
Max Pezzali e Roberto Recchioni a Lucca Comics & Games 2025

"Non posso negare che dai miei brani trapeli una visione del mondo ben precisa, ma non sono uno che fa proclami o che consiglia cosa fare o per chi votare perché sono io il primo a non avere le idee chiare. Non riuscirei a essere convincere né utile alla causa di nessuno perché non la so raccontare" ha confessato. "Tanto noi viviamo nella provincia dell'impero non si può fare niente. Veniamo da un mondo in cui abbiamo creduto che ci fossero i buoni sentimenti, le grandi battaglie, poi ti rendi conto che non è così. Allora preferisco raccontare il privato, non riesco a ragionare sulla collettività, ragiono solo sulle singole persone. Per me è fondamentale far sorridere le persone. Quella per me è la cosa più figa del mondo. Ecco perché canto nonostante non sia capace".

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Alla domanda su dove si vede tra vent'anni, il cantate ha risposto scherzosamente: "Tra 20 anni spero che il sistema sociosanitario italiano regga. Se trent'anni fa, ma anche vent'anni fa, mi avessero detto che sarei stato qui davanti a voi non avrei mai pensato di essere ancora qui a fare queste cose. Non si sa mai cosa può succedere, la vita è imprevedibile. Vorrei essere ancora in grado di deambulare, vorrei avere un po' di salute e godermi un po' il mondo".