Dover dire addio a Hellboy ha convinto Guillermo del Toro a sostenere Baby Driver - Il genio della fuga, il film diretto dal suo amico Edgar Wright. Il regista ha infatti spiegato che ha assistito a come il collega sia stato privato della possibilità di occuparsi di Ant-Man dopo aver lavorato a lungo allo sviluppo del cinecomic targato Marvel: "Quando un progetto muore puoi ottenere forse uno o due titoli sui media, poi il mondo va avanti. Essendo un filmmaker, quando tagli i ponti con un progetto, ti lasci alle spalle almeno due anni di storia e di dolore. Hai creato gli storyboard, pensato alla programmazione della produzione, stai in un certo senso dipingendo quando qualcuno o qualcosa ti brucia la tela. Vedere Edgar dover affrontare tutto questo e assistere a come abbia usato Baby Driver per "guarire" è qualcosa di importante".
Lo stesso è accaduto a Guillermo con Del Toro anche se ha confermato di non provare alcun risentimento nei confronti di Mike Mignola: "Credo che probabilmente ero troppo entusiasta e non avevo strutturato nel modo giusto il film. Io e Ron Perlman eravamo entusiasti ma il padre del personaggio è Mike. Se vuole realizzare un reboot allora va bene e gli auguro il meglio".
Il regista ha però ammesso: "La delusione non se ne va mai. La natura del creare un'opera cinematografica è distinguere tra le situazioni controllabili e quelle impossibili da gestire. L'illusione del controllo assoluto è impossibile. Molte volte durante le riprese, che tu sia Spielberg o Kubrick, devi ancora trovare un compromesso realistico. Nonostante alcuni registi vorrebbero crederlo, non siamo creature divine".