Ricky Gervais dà inizio ai Golden Globe 2020 con un monologo al vetriolo in cui mette alla berlina davvero tutti, battute sugli attori di Cats, il tema delle molestie sessuali e della facciata fin troppo perfetta di Hollywood, l'ISIS e il suo servizio streaming, Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio e la sua passione per le modelle giovani. Ciliegina sulla torta, il presunto suicidio di Jeffrey Epstein.
La cerimonia dei Golden Globe è appena iniziata, il conduttore si assicura che tutti restino svegli e attenti con una serie di battutacce su tutto e tutti. Il politically correct ovviamente non è invitato a questa cerimonia dei 77esimi Golden Globe, che per Ricky Gervais sarà l'ultima: "Vi farà piacere sapere che questa è l'ultima volta che presento questi premi, quindi non mi interessa più nulla. Scherzo, non me n'è mai fregato. E neanche alla NBC interessa. Kevin Hart fu licenziato dagli Oscar per alcuni tweet offensivi. Hello? Per mia fortuna la Hollywood Foreign Press parla a stento inglese. Non hanno idea di cosa sia Twitter" - dice Ricky Gervais in merito alle polemiche sugli ultimi tweet transfobici.
"Stasera sono arrivato qui in limousine e la targa l'aveva fatta Felicity Huffman" - prosegue Gervais riferendosi allo scandalo che ha coinvolto recentemente l'attrice di Desperate Housewives - "No, mi dispiace per sua figlia. Dev'essere stata la cosa più imbarazzante che le sia capitata, e suo padre pure recitato in Svalvolati on the road"
Dopo aver ricordato a tutti che le sue sono solo battute e che "moriremo presto e non ci sarà un sequel" Gervais si è rivolto al suo pubblico, quello in sala: "Stasera qui ci sono tante celebrità, voglio dire, leggende, icone. Solo a questo tavolo ci sono Al Pacino, Robert De Niro, Baby Yoda. Ah no, è Joe Pesci. Ti voglio bene amico, non farmi picchiare"
E parlando di The Irishman, arriva la stoccata su Leonardo DiCaprio: "The Irishman è un film incredibile, ma non è l'unico film epico. C'era una volta a... Hollywood durava quasi tre ore. Leonardo DiCaprio è andato alla premiere alla fine del film la sua fidanzata era già troppo vecchia per lui"
Poi, su Martin Scorsese: "Il più grande regista vivente, ha fatto notizia per le sue dichiarazioni controverse sui film Marvel. Ha detto che non è vero cinema e che gli ricordano i parchi a tema. Sono d'accordo, anche se non capisco perché vada in giro nei parchi tematici. Non è troppo cresciuto per andare sulle giostre, no?"
E poi su Netflix: "A nessuno interessa più niente dei film, nessuno va al cinema. Tutti guardano Netflix. Questo cerimonia (avrebbe più senso) se venissi qui semplicemente a dire "Brava Netflix, hai vinto. Tutto."
"Ma questa serata non è dedicata solo a coloro che sono davanti alla macchina da presa" - continua Ricky Gervais - "In questa sala ci sono alcuni degli executives televisivi e cinematografici più importanti del mondo. Sono persone che hanno una cosa in comune: sono tutti terrorizzati da Ronan Farrow." - aggiunge, riferendosi al figlio di Mia Farrow e Woody Allen dal quale è partita l'inchiesta e il successivo scandalo su Weinstein che ha costretto Hollywood a gettare troppe maschere.
Agli spettatori a casa invece, Gervais ha consigliato di guardare altro: "Invece di guardare questo show potreste gare un binge watching di tutta la prima stagione di Afterlife. E' una serie che racconta di un uomo che vuole uccidersi perché sua moglie muore di cancro, ed è comunque più divertente questa cerimonia. Spoiler: la seconda stagione è in arrivo, quindi alla fine l'uomo non si uccide. Come Jeffrey Epstein. State zitti. Lo so che era vostro amico, ma a me non interessa" chiude Gervais con una battuta sui dubbi che hanno accompagnato la morte (e il presunto suicidio) dell'imprenditore arrestato per abusi sessuali e traffico di minorenni, morto in carcere la scorsa estate.
Ricky Gervais ne ha anche per la Apple: "Apple si è messa in gioco con le serie tv con The Morning Show, un drama superbo sull'importanza della dignita e del fare la cosa giusta, realizzato da una compagnia che manda avanti delle sweatshop in Cina" (nb. sweatshop è un termine dispregiativo per definire luoghi di lavoro sporchi, malsani affollati in cui il personale è sottopagato). "Le compagnie per cui lavorate, è incredibile" - continua il conduttore dei Golden Globe 2020 - "Apple, Amazon, Disney. Se l'ISIS lanciasse il suo servizio streaming, contattereste subito il vostro agente, vero?"
E last but not least, le battute più sgradevoli al cast di Cats: "Il mondo deve vedere James Corden nei panni di un gatto grasso (e qui Gervais fa un gioco di parole pesante con fat pussy, che si riferisce anche all'organo genitale femminile). E ha recitato anche in Cats, ma nessuno lo ha visto. E le recensioni? Terribili. In una c'era scritto che Cats è la cosa peggiore che potesse capitare ai gatti dopo i cani." "Dame Judi Dench ha difeso il film" - ha proseguito Gervais - "Dicendo che il suo era il ruolo per il quale lei è nata perché lei... Non posso dirla questa battuta. Perché lei sa che non c'è niente di meglio che starsene buttata col culo sul tappeto, aprire le gambe e leccarsela. Lei è della vecchia scuola."
E infine, un avvertimento agli attori: "Se vincete un premio stanotte, non fate discorsi politici. Non siete nella posizione di fare lezioncine al pubblico su nulla. Non sapete nulla del mondo reale. La maggior parte di voi ha passato meno tempo dietro i banchi di scuola di Greta Thunberg. Quindi, se vincete, venite qui, accettate il vostro piccolo premio, ringraziate il vostro agente e il vostro dio e andate a fan..."