Gabriele Muccino e la sua "estate addosso": "Niente droghe, solo foto scandalose"

Il regista Gabriele Muccino racconta quello che ha vissuto lui un'estate in America, un'esperienza che poi lo porterà a girare L'estate addosso nel 2016.

Lo stesso regista Gabriele Muccino ha avuto una sua personale *Estate addosso, quando aveva vent'anni. Un'estate indimenticabile vissuta in America, senza droghe ma con esperienze documentate da "foto scandalose", dice il regista.

L'estate addosso: Joseph Haro, Matilda Anna Ingrid Lutz, Brando Pacitto e Taylor Frey in un'immagine promozionale del film
L'estate addosso: Joseph Haro, Matilda Anna Ingrid Lutz, Brando Pacitto e Taylor Frey in un'immagine promozionale del film

L'esperienza che un giovane Gabriele Muccino ha vissuto in America, quando aveva vent'anni, l'ha ispirato a realizzare il film L'estate addosso, ora visibile su Netflix. Nell'intervista pubblicata su Il Messaggero, il regista ha raccontato quanto sia stato incredibile vivere l'America in quegli anni:

"A vent'anni decisi di andare in America, proprio come ha fatto Marco, il protagonista de L'estate addosso" - ha spiegato Muccino - "Fu un'estate indimenticabile. Balbettavo molto. Appena cominciavo a parlare, tutti si annoiavano perché tartagliavo. Tutto il mio cinema viene da qui, ho trasformato la mia ansia di parlare in uno stile pieno di informazioni, velocità, pienezza di parole e concitazione, come se in me ci fosse la paura dei tempi morti. Lo spauracchio della mediocrità fu alimentato per me anche dalla visione di Amadeusdi Milos Forman."

"A quei tempi mi ero preso una cotta anche per una donna, Bia" - continua Muccino - "All'inizio non la sopportavo perché io volevo restare solo, mentre lei cercava sempre di aggregarsi. Non fui in grado di conquistarla, mentre adesso è una carissima amica. Venivo anche corteggiato da tanti gay, ma nemmeno quello successe. Non riuscivo a trovare una collocazione, pareva un incubo. Per questo ho deciso di farne il film. Il clou del viaggio fu San Francisco. Finimmo ospiti di questi due squisiti padroni di casa gay che ci raccontarono la loro storia d'amore. Era la patria della tolleranza, dove c'erano coppie gay ormai borghesi, ancora gli hippie e droghe a gogò. Io per le droghe sono vergine come una monaca, ma anche all'epoca ero vorace di trip esistenziali. Andavamo in discoteche lesbo e gay con tutti a torso nudo. Ancora oggi posseggo delle foto abbastanza scandalose!"