Francesca Neri ha parlato della sua malattia, la cistite interstiziale, spiegando il modo in cui sta tentando di gestirla e di riprendere in mano la sua vita, dopo anni di isolamento personale e professionale, durante i quali ha affrontato il pregiudizio della gente ed ha anche pensato al suicidio.
Durante lo scorso fine settimana, Claudio Amendola ha svelato che, ormai da diversi anni, sua moglie Francesca Neri è costretta a fare i conti con una malattia che l'ha portata ad allontanarsi da tutto e da tutti, perfino da lui e suo figlio. A distanza di pochi giorni, l'attrice italiana ha approfittato di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera per presentare il suo libro, Come carne viva, per raccontare la sua drammatica esperienza. "Non si guarisce da questa malattia. Puoi però imparare a gestirla e a non provocarla, così da non farla diventare invalidante", ha dichiarato Francesca Neri, spiegando che ormai ha iniziato a privarsi di cose come l'aria condizionata e determinati cibi proprio per sentirsi meno debilitata.
Claudio Amendola sulla malattia di Francesca Neri: "La affronta con coraggio"
Francesca Neri ha ammesso di aver anche pensato di farla finita: "Ho accarezzato l'idea del suicidio, senza Claudio non ce la farei. Lui è il mio opposto, eppure eccoci ancora qui dopo 25 anni. Se non avessi avuto questa complicità e questo affetto non ce l'avrei fatta". In tutto questo, l'attrice ha dovuto fare i conti anche con il pregiudizio della gente e dei colleghi. "Alcuni erano increduli e non capivano perché avessi smesso di recitare. Altri dicevano che ero troppo drogata e quindi non riuscivo più a reggermi in piedi. Io non credo ai social, ma i primi due anni sono stata in una chat di donne che soffrono di questa patologia. Un po' come gli alcolisti anonimi. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri", ha raccontato Neri, descrivendo anche il dolore che prova per come suo figlio sia costretto a subire questa situazione. "Volevo stare sola, anche per proteggere mio figlio Rocco. Di fatto sono stata via tre anni, anche se ero in casa con lui e Claudio, ed è la cosa più terribile. Il dolore più grande è stato per mio figlio, questo libro l'ho scritto per lui".