Franca Valeri, Carlo Verdone ricorda: "Venne a vedermi a teatro, ero nervosissimo"

Carlo Verdone era un grande ammiratore di Franca Valeri, l'attrice scomparsa ieri lo andò a vedere a teatro e alla fine dello spettacolo lo raggiunse in camerino per salutarlo.

Carlo Verdone ricorda Franca Valeri, scomparsa nella giornata di ieri all'età di 100 anni, che aveva festeggiato a fine luglio. Verdone conosceva e frequentava l'attrice milanese che conobbe nel 1980, agli inizi della sua carriera: "Venne a vedermi a teatro, ero nervosissimo", ha ricordato in un'intervista a Il Messaggero.

Carlo Verdone Torino 2019
Carlo Verdone guest director di Torino 2019

Franca Valeri potrà essere salutata oggi per l'ultima volta alla camera ardente allestita al Teatro Argentina a Roma, dalle 17.00 alle 21.00, mentre i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Carlo Verdone fa parte della generazione di coloro che hanno cominciato ad amare Franca Valeri nei varietà televisivi del sabato sera e in quelli radiofonici della domenica mattina. L'attore di Borotalco ha detto di averla conosciuta nel 1980, ed era emozionatissimo perché la grande Franca era andato a vederlo a teatro: "Venne a vedermi al Piccolo Eliseo con il marito Vittorio Caprioli. Io rappresentavo Senti chi parla e in platea, alla prima, c'era tutto lo spettacolo italiano: Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Franco Zeffirelli, le gemelle Kessler, Pippo Baudo, Sara Ferrati. Ero nervosissimo, ma il giudizio che temevo di più era quello della coppia Valeri-Caprioli".

Franca Valeri alla fine dello spettacolo raggiunse Carlo nel camerino ed arrivò il temutissimo giudizio della signorina snob: "Alla fine dello spettacolo vennero in camerino e si trattennero a lungo, facendomi molti complimenti. Lei mi disse: Verdone, lei farà molta strada. In seguito la vedevo al ristorante Settimio e rimanevo per ore ipnotizzato a parlare con lei. Era una donna coltissima, intelligente, una gran signora. E ha saputo affermarsi come attrice comica nello spettacolo italiano maschile e maschilista".

Carlo Verdone rimprovera al cinema italiano di aver sottovalutato l'attrice o semplicemente di non essere stato in grado di affidarle ruoli da protagonista: "Avrebbe meritato una carriera molto più importante, invece veniva considerata una caratterista sia pure di altissimo livello" e aggiunge "In America sarebbe stata una superstar". Carlo deve parte del suo successo alla Valeri che gli ha insegnato che il talento va coltivato frequentando la vita, osservando le persone: "La sora Cecioni, la signorina Snob, la manicure Cesira erano tipi che lei aveva conosciuto, studiato, pedinato. È un po' il lavoro che da 40 anni cerco di fare anch'io"