Quando finzione e realtà si incontrano, il confine rischia di sfumare: è quanto sta accadendo con L'estate in cui Hikaru è morto, anime horror che ha rapidamente acceso l'immaginazione dei fan. Netflix ha però dovuto richiamare alla prudenza, invitando a non trasformare l'entusiasmo in atteggiamenti invadenti nei luoghi reali che hanno ispirato la serie.
Un successo cupo per L'estate in cui Hikaru è morto
Ispirato al manga di Mokumokuren, L'estate in cui Hikaru è morto racconta la storia di Yoshiki e Hikaru, due adolescenti di un villaggio giapponese, sconvolti dall'improvvisa morte del secondo e dall'arrivo di una misteriosa entità che ne prende il posto.

Ambientata in paesaggi rurali che evocano quiete e inquietudine insieme, la serie ha catturato milioni di abbonati Netflix, scatenando un'ondata di curiosità anche verso i luoghi reali che hanno ispirato la narrazione.
Non sorprende, quindi, che alcuni spettatori abbiano deciso di trasformare la visione in pellegrinaggio, spostandosi fino alla Prefettura di Mie, scenario reale da cui prende spunto l'opera.
Di fronte a un fervore che rischiava di degenerare, il team di comunicazione della serie ha diffuso un messaggio ufficiale sul proprio profilo X (ex Twitter): "Quando visitate i luoghi reali apparsi in The Summer Hikaru Died, vi preghiamo di essere rispettosi verso i residenti locali e di seguire le regole della comunità. Vi chiediamo inoltre di non scattare fotografie non autorizzate o postare immagini di negozi, scuole, abitazioni private (incluse quelle abbandonate) e altre strutture senza permesso".
Una dichiarazione che, più che un rimprovero, suona come un tentativo di proteggere la fragile linea tra fantasia e vita quotidiana.
Tra realtà e suggestione
In realtà, non risultano episodi gravi legati al comportamento dei fan: al massimo, alcuni hanno immortalato edifici senza autorizzazione, cedendo al fascino di luoghi che sembrano sospesi tra presente e mito.
Un dettaglio curioso è che le cittadine abitate da Yoshiki e Hikaru nella trama non esistono davvero: gli autori hanno costruito un mosaico di località fittizie a partire dal territorio della Prefettura di Mie. Il risultato? Molti visitatori finiscono a vagare senza meta precisa, scattando foto a paesi casuali, come se l'eco della storia li guidasse più della geografia stessa.
Attualmente su Netflix sono disponibili dieci episodi, con cadenza settimanale, e la prima stagione dovrebbe concludersi dopo dodici capitoli, anche se non c'è ancora conferma ufficiale. Il futuro dell'anime resta sospeso, in parte perché anche il manga si avvicina alla sua conclusione, prevista entro la fine del 2025.
Nel frattempo, L'estate in cui Hikaru è morto continua a dimostrare quanto l'horror animato sappia intrecciare immaginario e realtà, trasportando i fan ben oltre lo schermo - talvolta fin troppo.