Alla sua morte, avvenuta il 10 ottobre 1985, nella sua modesta casa sulle colline di Hollywood, Orson Welles lasciò una cospicua eredità cinematografica consistente in una quantità di soggetti e sceneggiature rimasti inediti, e trecento rulli di pellicola in cui sono racchiusi alcuni film incompleti. In particolare uno di questi film, L'altra faccia del vento, dal 1976 è al centro di una complicata causa legale per stabilire a chi appartengano i diritti dell'opera. I metodi non convenzionali di Welles di produrre e dirigere un film, certamente non fanno luce sulla vicenda, e la sua morte ha complicato le cose: tra le parti in causa che ambiscono a mettere le mani sui diritti del film ci sono l'attrice croata Oja Kodar, compagna di Welles negli ultimi vent'anni della sua vita; sua figlia Beatrice, nata dal suo terzo matrimonio; e il cognato dello scià di Persia. Negli ultimi trent'anni, il capolavoro inedito di Welles è rimasto a prendere polvere in una cassetta di sicurezza di una banca di Parigi, ma secondo Peter Bogdanovich - che per Welles fu uno degli amici e collaboratori più stretti - pare si sia arrivati ad un accordo tra le parti in causa, ed adesso ci sono buone probabilità che il film venga distribuito: un trionfo personale per il regista ed attore della serie televisiva The Sopranos, al quale Welles aveva fatto promettere che avrebbe terminato il suo film, se gli fosse accaduto qualcosa.
L'altra faccia del vento si concentra sulle ultime ventiquattr'ore di vita del regista Jake Hannaford, che muore la notte del suo settantesimo compleanno; Bogdanovich nel film recita nel ruolo di Brooks Otterlake, un ex allievo di Hannaford che in fatto di successo ha superato il suo vecchio maestro. Il film inizia con la voce spettrale di Hannaford che racconta di essere morto in un incidente stradale, e il pubblico vive le ultime ore della sua vita attraverso un frenetico collage che comprende le riprese della sua festa di compleanno, i notiziari televisivi, le interviste fatte dai giornalisti presenti al party e gli spezzoni del suo ultimo film The Othe Side of The Wind. Il titolo del film venne in mente alla Kodar, una volta che si trovava con Welles a Roma in cerca di locations: un soffio di vento gonfiò la sua mantella e Welles si trasformò in una sorta di "minaccioso pipistrello gigante, e la gente pensò che egli fosse effettivamente così" dice Oja Kodar "Ma egli invece era un uomo gentile e speciale, ed io pensai che mi sarebbe piaciuto che la gente potesse vedere l'altro lato di Orson Welles".