Dalla neve fiabesca di Biancaneve al multiverso caleidoscopico di Spider-Man: Across the Spider-Verse, un secolo di animazione ha riscritto i confini del cinema. Secondo The Indipendent ogni decennio custodisce un titolo-simbolo, capace di incidere nell'immaginario collettivo oltre ogni barriera culturale.
Dalle origini Disney alla maturità narrativa
Per più di un secolo il cinema d'animazione ha costruito un universo di meraviglie in movimento, attraversando epoche, stili e culture. Non si tratta soltanto di storie per bambini: i film animati hanno saputo parlare a intere generazioni, accendendo immaginazione e stupore con invenzioni visive, racconti universali e personaggi diventati parte della memoria collettiva. The Indipendent ha rilasciato una sua classifica in cui evidenzia per ogni decennio il film più significativo della sua epoca.

Gli anni '30 aprono la danza con Biancaneve e i sette nani (1937), prima audace avventura animata targata Disney. Non un semplice film, ma una pietra miliare che trasformò la tecnica in poesia e consacrò l'animazione come linguaggio artistico autonomo.
Negli anni '40 arrivò Fantasia (1940), un'esperienza audiovisiva che accostava Topolino alle sinfonie classiche: un viaggio sensoriale, sperimentale e visionario, che anticipava il concetto moderno di evento cinematografico. A metà secolo, nel 1955, Lilli e il vagabondo rese immortale il bacio rubato davanti a un piatto di spaghetti, metafora delicata di un amore capace di superare barriere sociali e differenze di mondo. Poi il 1967 consegnò agli spettatori Il libro della giungla, ultimo lavoro supervisionato da Walt Disney, con canzoni entrate nel DNA culturale collettivo.
Negli anni '70, l'animazione osò abbandonare la rassicurante cornice fiabesca con La collina dei conigli (1978), film cupo e disturbante, accusato di aver traumatizzato una generazione: un racconto di fuga e sopravvivenza che mostrava senza veli la brutalità del progresso umano.

La maturità del linguaggio animato si consolidò negli anni '80, quando lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki regalò al mondo Il mio vicino Totoro (1988), un inno alla natura e all'infanzia capace di coniugare delicatezza e stupore visivo.
Dal Rinascimento Disney al multiverso contemporaneo
Il decennio successivo riportò in auge la potenza Disney: Il Re Leone (1994) fuse mito shakespeariano e savana africana, creando un'opera totale sostenuta da un'indimenticabile colonna sonora firmata Elton John.
Nello stesso periodo nasceva la sfida Pixar, che avrebbe definito gli anni 2000 grazie anche al capolavoro giapponese La città incantata (2001) di Miyazaki, vincitore dell'Oscar e capace di fondere spiritualità orientale e visione universale.

Il 2010 inaugurò una nuova stagione di nostalgia e commozione con Toy Story 3, terzo capitolo che riuscì nell'impresa quasi impossibile: crescere insieme al suo pubblico, raccontando la fine dell'infanzia con la delicatezza di un dramma adulto.
Infine, il presente: Spider-Man: Across the Spider-Verse (2023) ha dimostrato che l'animazione può reinventare il linguaggio supereroistico meglio dei live action, mescolando tecniche, stili e livelli narrativi in un mosaico visivo che sembra guardare già al futuro del medium.