Departures in anteprima al Far East di Udine

Dopo Ong Bak 2, il festival dedicato al cinema orientale si aggiudica l'anteprima europea del dramma giapponese premiato con la statuetta come miglior film straniero.

Dopo essersi aggiudicato la premiere del cult movie Ong Bak 2, Far East Film 11 mette a segno una doppietta davvero straordinaria aggiudicandosi anche l'anteprima europea del nipponico Departures, fresco vincitore del premio Oscar come miglior film straniero. Inserito nella cinquina che comprendeva La banda Baader Meinhof (Germania), La classe - Entre les murs (Francia), Revanche (Austria) e Valzer con Bashir (Israele), l'insolito e poetico dramma diretto da Takita Yojiro (unico titolo dei magnifici cinque ancora inedito in Europa) ha sconfitto a sorpresa i favoriti aggiudicandosi la contesa statuetta.

Attesissimo a Udine, tra la sede storica del Teatro Nuovo e gli spazi del Visionario, l'undicesimo Far East Film vedrà accendersi i riflettori mondiali dal 24 aprile al 2 maggio e, intanto, non lesina sulle anticipazioni. Anticipazioni più che ghiotte, come abbiamo visto, ma anche preziosamente cariche di simboli: Takita Yojiro, infatti, è stato il primissimo ospite giapponese del festival, nel 1999 (quando presentò l'applaudito Secret). Storia di un uomo senza qualità che abbandona Tokyo per trasferirsi in campagna e cominciare da zero, o almeno provarci, Departures mette il protagonista a confronto con un paradosso: ricominciare a vivere guardando in faccia la morte. Sì. Perché l'ex violoncellista fallito realizzerà se stesso e scoprirà finalmente di possedere un talento (sebbene alquanto inusuale): preparare i cadaveri (lavarli, vestirli, truccarli, profumarli) per una ditta di pompe funebri. Un rituale di rara grazia, come vedremo, una cerimonia fatta di piccoli gesti, e di movimenti leggiadri, che ci restituiranno il fascino ma anche il mistero del culto giapponese più antico e più profondo: quello per i defunti.

Takita Yojiro, veterano del cinema giapponese, affronta e sviluppa la narrazione come fosse una partitura musicale, una vera e propria sinfonia dei sentimenti, disinnescando qualunque deriva macabra e realizzando, al contrario, un autentico inno alla vita. Realizzando, dopo quasi dieci anni di tentativi, per il coraggio della scelta e per l'estrema delicatezza del tocco registico, un autentico blockbuster che, a dispetto di ogni possibile previsione, ha fatto furore ai botteghini giapponesi. Un'opera da non perdere, dunque, così com'è da non perdere l'edizione 2009 di Far East Film. Punto d'osservazione strategico, unico ed esclusivo, sulle industrie e le nuove tendenze del cinema popolare asiatico, il grande festival del Centro Espressioni Cinematografiche compie undici anni di vita e si presenta oggi come il più importante appuntamento occidentale dedicato al lontano est (Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Indonesia, Filippine, Singapore e Taiwan). Nell'arco di 9 giorni, con proiezioni che vanno dalla mattina a notte fonda, Far East Film è una vera e propria festa del cinema, pensata e organizzata con un appassionato spirito di sperimentazione al servizio di una visione quanto più possibile complessiva e rappresentativa.