Dopo la tempesta piovuta sul casting di Ghost in the Shell, anche la lavorazione di Death Note deve affrontare la sua buona dose di critiche. I fan del manga di culto si sono più volte sollevati contro l'adattamento prodotto da Netflix lanciando petizioni e invitando al boicottaggio del film. Tra i punti dolenti dell'adattamento vi sono le scelte del cast, troppo bianco rispetto al fumetto originale, che hanno spinto i fan a gridare al razzismo serpeggiante.
Ma il produttore Roy Lee non ci sta e ha deciso di difendersi dalle accuse mosse dal pubblico replicando indispettito: "Potrei capire le critiche se la nostra versione di Death Note fosse ambientata in Giappone e proponesse personaggi giapponesi. Ma il film non è ambientato in Asia. La nostra è un'interpretazione di una storia trasposta in una cultura diversa, così abbiamo dovuto fare dei cambiamenti. Alcune persone li apprezzeranno, altre no. Ma i cambiamenti servivano a rendere il film appetibile per gli USA o per il mercato inglese."
Parlando del cast, il produttore prosegue: "Per quanto riguarda gli interpreti principali, uno è asiatico, uno è afroamericano, e tre sono caucasici. Parlare di razzismo è offensivo visto che per altro uno dei tre protagonisti è nero. Le persone possono criticarci, ma prima dovrebbero almeno vedere il film. Poi possono accusarci di non aver diversificato abbastanza il cast, ma prima devono vedere di cosa stiamo parlando."
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