Netflix sta per presentare al suo enorme pubblico una nuova serie docu-crime che andrà a trattare l'intrigante e inquietante storia del serial killer Ted Bundy. L'inedito show, dal titolo Conversations With a Killer: The Ted Bundy Tapes esordirà sul servizio streaming il 24 gennaio, esattamente 30 anni dopo l'esecuzione dell'uomo.
Creato da Joe Berlinger, Conversations With a Killer presenterà agli spettatori audio inediti di diverse interviste che Ted Bundy ha rilasciato quando era nel braccio della morte in Florida. Quattro episodi andranno a raccontare i dettagli degli omicidi dell'uomo, accusato di aver ucciso oltre 30 donne negli anni '70, il rapporto con i media, il suo matrimonio avvenuto in carcere con Carol Ann Boone, che testimoniava per la sua innocenza.
Lo show si ispira a un libro omonimo scritto dai giornalisti Stephen G. Michaud e Hugh Aynesworth ed è stato completato dopo aver ascoltato oltre 100 ore di interviste. Berlinger è parecchio legato a questo caso, visto che ha diretto Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile, un lungometraggio di finzione su Bundy in cui Zac Efron interpreta il protagonista, che sarà presentato al prossimo Sundance Film Festival.
Bundy era uno studente di legge che dal 1974 al 1978 ha violentato e ucciso alcune donne in sette stati. Il giovane ha incontrato Kloepfer nel 1969 a Washington mentre lei lavorava come segretaria alla facoltà di medicina dell'università di Washington.
Affascinante, di bell'aspetto e descritto come una persona gentile, Bundy iniziò ad uccidere nel 1974 e proseguì fino alla fine degli anni Settanta, quasi sempre con lo stesso modus operandi: adescava le sue vittime, prevalentemente ragazze, fingendo di avere un braccio ingessato e chiedeva loro di dargli una mano a caricare alcune cose nella sua auto. Un modus operandi che è stato poi ripreso per una celebre scena de Il silenzio degli innocenti. L'uomo, uno dei serial killer più iconici della storia criminale degli States, è stato poi condannato alla pena capitale e giustiziato in Florida il 24 gennaio 1989 dopo aver ammesso la sua colpevolezza per quanto riguarda 30 omicidi, nonostante il numero totale delle vittime non sia mai stato scoperto con esattezza.