Cinema italiano oggi + Cinema italiano off a Lecco

Tra le opere presentato a Lecco l'importante documentario Materia oscura e il nuovo lavoro di Gipi, Smettere di fumare fumando.

Torna, per il III anno, la rassegna di DinamoCulturale dedicata al cinema italiano. A titoli che sono innovativi esteticamente e produttivamente, a opere fuori dal sistema, a sguardi differenti, eccentrici, capaci di invitare lo spettatore a vedere il mondo con nuovi occhi. E ritornando, quest'evento unico nel panorama culturale lecchese si sdoppia. Perché a Cinema italiano, oggi organizzato con il contributo e il patrocinio del Comune di Lecco e la collaborazione di Risuono e Arci Lecco si aggiunge Cinema italiano, off, nella cui gestione è affiancata da un nuovo locale lecchese, Il barcaiolo, oltre che dagli indispensabili Risuono e Arci Lecco.

Ad aprire le rassegne, riproponiamo la proiezione sonorizzata dal vivo dal gruppo Satan is My Brother di L'inferno (1911) della Milano Films. Mercoledì 8 maggio ore 21, presso Il barcaiolo, piazza Era 2, Lecco, a ingresso libero: l'anno scorso era stato proiettato mentre fuori scendeva la neve di febbraio, quest'anno viene riproposto di fronte al lago e le montagne. Con vento di primavera e note pesanti. L'inferno di Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan è il primo lungometraggio italiano a larga diffusione, le cui riprese vennero effettuate sulle pendici della Grigna Meridionale, lungo le rive del lago ed in alcune aree collinari vicine alla città. L'inferno è una pellicola cruciale nell'evoluzione della Storia del Cinema Italiano e uno dei più importanti film del muto nostrano: proiettarlo a più di cento anni dalla prima proiezione pubblica e nei luoghi in cui fu girato è un modo per confrontare il presente con quello che erano il territorio e il cinema nel passato.

La rassegna principale, ospitata dal Teatro del Centro Sociale di Germanedo, via dell'Eremo 28, Lecco, a ingresso libero, si apre l'11 maggio con Materia oscura di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, film presentato al Festival di Berlino e osannato in molti festival internazionali. Ambientato al Poligono di Salto di Quirra in Sardegna, dove dal 1956 gli eserciti di tutto il mondo sperimentano nuove armi, il film mostra come questa pratica del Potere dissemini il paesaggio, ambientale e umano, di miseria e sofferenza. Un'esperienza visiva potentissima, tra gli spettacoli pirotecnici delle armi e la lacerante malattia della terra, degli uomini, degli animali. Il film sarà presentato dagli autori, due dei maggiori documentaristi italiani. Smettere di fumare fumando, opera seconda di Gipi, vera e propria star della narrazione a fumetti nostrana, è l'appuntamento di sabato 18 maggio. Il fumettista, sghembo talento pittorico devoto alla narrazione surreale e sfacciatamente autobiografica, decide di documentare il tentativo di abbandonare il tabagismo. Ne esce questo piccolo oggetto sconcertante, presentato in Concorso all'ultimo Torino Film Festival, un diario personale tragicomico, demenziale e commuovente, divertente e onirico, capace di parlare alienato un linguaggio cinematografico assolutamente contemporaneo. Irresistibile.

Venerdì 24 maggio, dunque straordinariamente non di sabato, si prosegue con l'omaggio a Simone Massi. Uno che ha vinto più di 200 premi in tutto il mondo, un talento fuori dal comune e dai circoli di potere. Il più grande animatore italiano, premiato l'anno scorso con un David di Donatello e consacrato quest'anno dal Festival di Venezia. Non sono cartoni animati, i suoi. E' puro cinema di poesia: fatto con carta e gesso, pazienza e fatica, disegno dopo disegno. Per una filmografia di un'ora, 20 anni di lavoro. L'occasione di conoscere Simone e la sua opera è da non perdere. I suoi lavori saranno accompagnati da quelli, bellissimi, di Julia Gromskaya, sua abituale collaboratrice. Entrambi gli autori saranno presenti in sala. Con una sorpresa. Infine, sabato 1 giugno, Frammenti, cortometraggio presentato all'ultimo Festival di Roma, aprirà l'omaggio a un grandissimo cineasta italiano, Franco Piavoli, di cui verrà proposta una selezione di opere brevi. Alla presenza dell'autore. Partiture audiovisive che sono elegie della natura, squarci antropologici sulla nostra storia, atti d'amore per lo scorrere del tempo. Un cinema emotivamente frastornante, diverso da tutti gli altri cinema possibili, come fosse la guida spirituale di quel sentimento non compromesso che muove l'intera rassegna.

CINEMA ITALIANO, OFF

Cinema italiano, off. Ovvero cinema che si agita fuori dai cinema, nuove prospettive, oggetti che hanno perso l'etichetta. Ogni mercoledì, dal 15 maggio al 5 giugno, presso Il barcaiolo di piazza Era 2. L'ingresso è su prenotazione: per iscriversi alle proiezioni basta scrivere a capirelastoriadelcinema@gmail.com a partire dalla mezzanotte del giovedì precedente. Ad aprire la rassegna off, il 15 maggio una serata dedicata a due titoli documentaristici, Masse nella geometria rivelata dello spazio tempo e A tentoni come fosse notte, presentati quest'anno al Filmmaker Festival di Milano. Il primo, opera eccentrica nella produzione dell'artista mandellese Ilaria Pezone, è il ritratto di un cantante, Salvatore De Gennaro. Ma non solo: un'esperienza filosofica minimale, sensoriale, un'impronta calda dell'erotismo dell'arte, un gesto passionale diretto a una voce, a un corpo, a un uomo. E anche un autoritratto. Il film di Pezone ha vinto poche settimane fa l'importante festival parigino Terre di cinema come miglior cortometraggio. Il secondo film, di Filippo Ticozzi, presenta quadri di vita di una comunità lontana dalla dimensione urbana: persone affette da disagio psichico e assistenti sociali, immersi in dialoghi che pongono questioni esistenziali con impressionante vigore espressivo e con dolcezza descrivono le tracce non solo di una malattia, ma anche di una società, di un sistema relazionale, di una religione. Entrambi i film saranno presentati dagli autori.

Si continua il 22 maggio con Kaputt/Katastrophe e Ecce Ubu del regista bergamasco Luca Ferri, che presenterà questi oggetti alieni e alienanti, tra il remix e la filastrocca, il rigore della matematica e lo sfregio surrealista: il primo lavora sulle immagini raccolte a Zurigo, durante la Street Parade, il secondo raccoglie scene recuperate dall'archivio Cinescatti di Lab80. Entrambi, basati sulla ripetizione, ipnotica e snervante, provocano lo spettatore, insistono e invitano a una differente consapevolezza delle immagini. Il tutto sotto l'egida patafisica di Alfred Jarry, come fossero opere di giovani Ciprì e Maresco impietosi. Il 29 maggio è il turno di due potentissimi incontri. Quelli del nostro ospite Erion Kadilli, regista albanese, torinese d'adozione, con due personaggi fuori dal comune. Sono stato Dio in Bosnia, vincitore del premio del pubblico al Biografilm Festival, ispirato al libro La guerra in casa di Luca Rastello, è il vis à vis sanguigno, inquietante, sconcertante tra l'autore e, come recita il sottotitolo, la vita di un mercenario nella guerra dei Balcani, Roberto Delle Fave. La montagna di Nietszche è invece un viaggio, da Torino e poi attraverso il Montenegro, con il filosofo del pensiero debole Gianni Vattimo, dietro le quinte dell'uomo, che si lascia cogliere dall'autore e che lo usa.

Si chiude, il 5 giugno con l'ultimo film di Giovanni Maderna, Look Love Lost. L'autore, di cui in autunno DinamoCulturale presenterà Cielo senza terra, girato sulle montagne lecchesi, ormai lontano dal sistema produttivo industriale che pure ha conosciuto, così come dal cinema di finzione, accompagna a Lecco un'opera che tenta di tenere assieme la vita, fatta di lacerti di un viaggio a Londra e di momenti privati, della presenza tangibile dell'occhio di un uomo che guarda una donna e che trasforma questo gesto d'amore nel movimento della videocamera. Un videodiario, un filmato delle vacanze, una lirica d'amore personale, che sbanda e si lascia affascinare dal mondo. Ogni serata sarà preceduta dai lavori di Alessio di Zio, giovanissimo talento autodidatta, classe 1992, le cui opere sono sospese tra il documentario e la fiaba, tra lo sguardo antropologico e il sogno, in un territorio casertano che è insieme particolare e universale, specchio di un cinema di rara consapevolezza formale e teorica. Alessio di Zio sarà ospite della rassegna il 5 giugno.