Quando Darren Aronofsky portò in sala Il Cigno Nero nel 2010, il pubblico rimase affascinato dall'oscuro mondo del balletto. Oggi, nel quindicesimo anniversario, Mila Kunis torna a parlare della sua esperienza, rivelando i sacrifici fisici e psicologici dietro un ruolo che segnò la sua carriera.
La disciplina estrema dietro Il Cigno Nero
In un'intervista concessa a Vogue, Mila Kunis ha descritto senza mezzi termini la routine che la trasformò nella ribelle Lily de Il cigno nero, il thriller psicologico di Darren Aronofsky.

"La mia preparazione è stata fatta di tantissima danza e pochissimo cibo - che so non bisognerebbe dire, ma è la verità. Bevevo molto brodo e danzavo dodici ore al giorno", ha confessato.
Un training nato da tre mesi di prove inizialmente previsti, che si trasformarono in sei a causa di problemi di finanziamento del film. "Per Darren fu un disastro, ma per me e Natalie fu una fortuna: avevamo tre mesi in più per danzare", ha ricordato.
Il corpo della ballerina si fece tempio e prigione insieme: Kunis ha ammesso di aver portato addosso i segni della fatica. "Giravamo quelle scene di danza per ore, e avevo lividi ovunque sul costato, solo perché venivo sollevata di continuo".
Parole che restituiscono la dimensione quasi ascetica della sua metamorfosi, lontana dall'immagine glamour che spesso accompagna il cinema.
Il sodalizio con Natalie Portman e la scelta di Aronofsky
Se la sua interpretazione segnò un cambio di rotta radicale rispetto alle commedie televisive come That '70s Show, molto lo si deve all'intercessione di Natalie Portman. L'attrice, già coinvolta nel progetto, ricordò a Aronofsky il passato di Kunis nella danza: "Eravamo al mercatino del Rose Bowl, parlavamo di questo film sul balletto, e quando lei disse 'Ricordo quando mi toglievo le scarpette da punta', ho subito chiamato Darren".

Aronofsky stesso, nell'intervista, ha raccontato di aver tentato invano di alimentare una rivalità sul set tra le due protagoniste, specchio delle tensioni vissute dai loro personaggi. "Il mio approccio era quello di fare il regista furbo e metterle l'una contro l'altra. Ma loro capirono subito il gioco e cominciarono a prendermi in giro", ha ammesso.
Il risultato fu comunque un film che consegnò a Kunis una candidatura al Golden Globe come miglior attrice non protagonista e che oggi viene celebrato con un ritorno speciale nelle sale Imax, il 21 e 24 agosto.