La Fenice Srl, società che detiene il marchio di Chiara Ferragni, ha urgente bisogno di liquidità. Il danno d'immagine causato dallo scandalo del pandoro Balocco si è trasformato in danno economico, come ha rivelato un articolo del Messaggero. Il gruppo di consulenti che segue la Ferragni le ha consigliato di cercare nuovi soci disposti a contribuire con capitale fresco alla società.
Il valore della società La Fenice Srl in calo dopo lo scandalo Balocco
Lo scandalo della presunta falsa beneficenza è scoppiato lo scorso dicembre, quando l'Antitrust ha multato l'azienda dolciaria e la società di Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole. Avrebbero fatto credere ai consumatori che acquistando il Pandoro 'Pink Christmas', 'griffato' dall'influencer, avrebbero contribuito a finanziare l'Ospedale Regina Margherita di Torino.
Il danno d'immagine non è quantificabile, ma, come riporta il quotidiano romano, quello economico inizia a essere evidente. Le aziende che in passato facevano la fila per apparire nei post dell'imprenditrice su Instagram ora si sono allontanate. La struttura, che in questi anni ha fatturato miliardi, ha 30 dipendenti e altri costi fissi, difficilmente sostenibili in questo momento.

I consulenti dell'imprenditrice digitale hanno quantificato che nei prossimi tre anni potrebbero esserci perdite comprese tra uno e tre milioni di euro. Per questo motivo, hanno consigliato una raccolta di circa cinque o sei milioni di euro attraverso nuovi fondi di equity. I vecchi soci sono difficilmente disposti a investire queste cifre, per cui a Chiara Ferragni è stato consigliato di ampliare la base azionaria con l'acquisizione di nuovi soci.
Il quotidiano, approfondendo la notizia, specifica che negli ultimi giorni tre avvocati dello studio Gop - Luigi Maranghini Garrone, Emanuele Panattoni e Piero Fattori - hanno organizzato una videocall con altri esperti per analizzare i conti e le prospettive delle società del gruppo Ferragni.
L'assetto societario de La Fenice srl vede il 39,9% delle quote nelle mani della società Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli. Il 32,5% è della Ferragni Sisterhood, controllata al 100% da Chiara Ferragni. Esuriens delle famiglie Morgese e Barindelli detiene il 13,7% delle quote, il resto appartiene a Ni srl di Pasquale Morgese.
Prima che scoppiasse lo scandalo Balocco, l'azienda valeva 75 milioni di euro. Dopo la sentenza dell'Antitrust, alcuni marchi storici, come Coca-Cola e Safilo, hanno deciso di interrompere la collaborazione con l'imprenditrice digitale. Tra i nuovi investitori che potrebbero offrire un aiuto all'imprenditrice,circolano i nomi di Francesco Trapani di Vam Investment e Marco Bizzarri, ex AD di Gucci e attualmente proprietario di Nessifashion. Basterà?