Il doumentario Chaco sarà presentato il 21 marzo a Roma, al Nuovo Cinema Aquila, in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, in collaborazione con Greenpeace. Chaco, il nuovo film di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, è un documentario costruito come un thriller politico: una battaglia per l'ambiente tramutata in progetto cinematografico, che con le sue immagini mostra le cicatrici di un territorio segnato dai tronchi abbattuti dalle ruspe e dalla foresta che si fa sempre più piccola.
La Giornata Internazionale delle Foreste
Cruciali per la stessa vita sul pianeta terra, eppure a rischio: le foreste, ormai da molti anni, sembrano segnate da questo destino, e per quanto lo si ripeta poche questioni restano più attuali e stringenti della loro progressiva scomparsa.
Sono la casa di una grande varietà di piante e animali e forniscono riparo e mezzi di sostentamento a centinaia di milioni di persone. Gli scienziati avvertono anche che proteggere le ultime foreste del mondo è cruciale per evitare i peggiori effetti dei cambiamenti climatici. Nonostante ciò, ogni 3 secondi, nel mondo scompare un'area di foresta grande quanto un campo da calcio. Secondo il rapporto FAO "Stato delle Foreste nel Mondo 2018", fra il 2010 e il 2015 si è verificata una perdita globale di copertura foreste pari a 7.6 milioni di ettari all'anno. Si stima che l'originale copertura forestale del Pianeta avesse un'estensione di quasi 6 miliardi di ettari. Ad oggi, almeno un terzo della copertura forestale originale del mondo è andata completamente persa", racconta Greenpeace.
Proprio per questo, nel 2012 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 21 marzo la Giornata Internazionale delle Foreste.
Il film
In occasione di questa ricorrenza, dal 21 marzo arriva nelle sale italiane Chaco, il nuovo documentario di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, che ha raccolto prestigiosi riconoscimenti internazionali: Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale al 59º Festival dei Popoli, premio Greenpeace al Festival Internazionale di Mar del Plata 2017, Miglior Film del Concorso Nazionale a Vision du Rèel 2018. Eppure il percorso più importante della pellicola non ha a che fare col cinema in senso stretto, ma con la vicenda personale del regista Daniele Incalcaterra, legata proprio a un pezzo di foresta e alla lotta per difenderla.
Cinquemila ettari nel Chaco Paraguayano, per la precisione: nient'altro che un "rettangolino giallo" su una cartina, apparentemente: un'eredità ricevuta dal padre, che però può diventare l'ultimo baluardo per proteggere una risorsa fondamentale che in quell'area sta scomparendo, minacciata da una burocrazia problematica e soprattutto da interessi finanziari.
Chaco ci racconta infatti di una battaglia che va avanti da anni: da una parte dello schieramento troviamo l'agribusiness e i grandi proprietari terrieri, che stanno trasformando la foresta in appezzamenti coltivabili. Dall'altra Incalcaterra, che difende i suoi 5.000 ettari guidato dal sogno di poterli preservare e restituire alla popolazione nativa dei Guarani Ñandeva.
Il regista, come racconta nel precedente film El Impenetrable, grazie a un decreto dell'ex presidente della Repubblica Paraguayana Fernando Lugo, ha trasformato la sua terra in "Arcadia", una riserva naturale privata. Una storia tra le tante, forse, ma che diventa emblematica di un fenomeno più grande, che non può e non deve lasciare indifferenti. Un'eredità della dittatura e della speculazione ha fatto sì che in Paraguay sia partita una cessione costante di terre a capitali stranieri, con pochissimi fazenderos che detengono appezzamenti enormi. Questi vengono rasi al suolo e coltivati, per poi esportare tutto in Europa e in Cina.
"L'espansione agricola è responsabile dell'80 per cento della deforestazione globale con effetti devastanti sul clima e sulla biodiversità ed è spesso associata alla violazione dei diritti umani, in particolare quelli dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali. L'Unione Europea è tra i principali importatori mondiali di prodotti agricoli: quasi il 40 per cento dei terreni utilizzati per soddisfare i consumi dell'UE si trova fuori dall'Europa", fa sapere Greenpeace. "La stragrande maggioranza della soia coltivata nel Chaco è destinata all'esportazione. L'espansione e l'aumento di terreni coltivati a soia è trainato prevalentemente dalla domanda dell'industria mangimistica, in relazione all'aumento di produzione e consumo globale di carne e prodotti lattiero-caseari. La Commissione Europea - aggiunge Greenpeace - ha riconosciuto che l'Europa deve fare molto di più per proteggere le foreste del mondo. Dovrebbe iniziare proponendo una legislazione per garantire che il cibo che mangiamo e i prodotti che utilizziamo non distruggano le foreste e non vengano prodotti a discapito dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali. Inoltre, sono necessarie proposte politiche concrete per contribuire a ridurre il consumo eccessivo di carne e prodotti lattiero-caseari in Europa".
Finora è stato questo l'esito di uno dei tanti capitoli dello scontro per il controllo del patrimonio forestale in Sudamerica, certo non l'unico. Ma Incalcaterra trasforma la sua battaglia ambientale in un film che ci invita a non rimanere immobili, perché quando si parla di foreste, parliamo del nostro futuro.
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