Caterina Murino su Max di aprile

L'attrice si sbottona sul cinema italiano, la sua carriera, sulle donne e la politica... e non solo.

"La Francia io non l'ho scelta. Sono venuti loro a cercarmi. Da allora, è stato un film dopo l'altro e ogni volta un successo. Devo dire grazie di esistere al cinema francese. Senza di loro, avrei già da un pezzo mollato questo mestiere. Ancora oggi non lavoro in Italia. Non mi cercano", così la splendida Caterina Murino si racconta nella lunga intervista concessa a Max, in edicola da martedì 5 aprile. "Nel nostro cinema i talenti non mancano, manca la volontà politica". E sui registi di casa nostra aggiunge: "Mi piacciono molto Gabriele Muccino e Michele Placido, e sono una grande amante di Marco Tullio Giordana... in Sorrentino invece rivedo il mio limite, non sento l'abbandono. Non c'è poesia, non c'è magia nel suo cinema, è tutto calcolato". Mentre sui colleghi italiani la Murino dice "...abbiamo quei venti grandi attori, sempre gli stessi, che ruotano in continuazione, gli Accorsi, le Puccini, i Favino...".
E sulla sua storia professionale invece "Miss Italia, letterina di Gerry Scotti, Bond Girl... non rimuovo nulla, oggi sono il risultato di quegli anni... Una carriera però è fatta più di no che di sì... ho rifiutato tanti copioni americani dove ero la bellona di turno... mi avrebbero proiettato a Hollywood come la nuova Megan Fox, ma erano film moralmente inesistenti".

E da Parigi non può mancare uno sguardo su donne e politica "Fa male vedere che l'immagine delle donne in Italia sia stata così rovinata. Non faccio di tutta l'erba un fascio, ci sono donne come Emma Bonino e altre nella politica che sono all'altezza del loro ruolo... l'impressione è però che gli italiani siano più attirati dai mostri mediatici alla Ruby..."