Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua figlia Rita e quel dettaglio sul funerale: "Mi sembrò un'oscenità"

Il giorno dei funerali di Carlo Alberto Dalla Chiesa la figlia Rita mostrò molta determinazione contro chi aveva criticato l'operato del padre ma ricorda un particolare che al momento le sembrò osceno.

Stasera Canale 5 ripropone la miniserie televisiva Il generale Dalla Chiesa alla vigilia del 38º anniversario dell'omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: la figlia Rita Dalla Chiesa, ospite di Mara Venier, lo scorso anno raccontò di essersi vergognata per avere messo lo smalto al funerale del padre.

Dopo aver sconfitto il gruppo terroristico delle Brigate Rosse negli anni Settanta, Carlo Albero Dalla Chiesa fu nominato prefetto di Palermo il 6 aprile 1982 dal Consiglio dei Ministri. Pochi mesi prima di essere ucciso dalla mafia sposò Emanuela Setti Carraro, era il 10 luglio. Il 12 settembre il generale e la moglie furono assassinati da un gruppo armato della mafia mentre tornavano a casa. Rita Dalla Chiesa aveva 35 anni, l'anno dopo iniziò la sua carriera alla RAI nel programma Vediamoci sul Due.

Rita Dalla Chiesa Funerali Carlo Alberto Dalla Chiesa 1982
Rita Dalla Chiesa ai funerali di suo padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nel 1982

Lo scorso anno Rita Dalla Chiesa fu ospite di Mara Venier per presentare il libro Mi Salvo da sola. Parlando con la conduttrice la figlia del Generale confessò un dettaglio sul funerale del padre che ricorda ancora con raccapriccio: "Mi sono vergognata del fatto che il giorno del funerale avessi lo smalto rosso sulle dita. Mi sembrò un'oscenità. Da allora non ho mai più messo lo smalto alle mani, non faccio mai la manicure".
I funerali di Carlo Albero Dalla Chiesa si tennero in un clima di forte tensione: i politici furono accolti dal lancio di monetine delle persone accalcate fuori la Chiesa. Rita raccontò a Tv Sorrisi e Canzoni: "Quando arrivai in Prefettura e vidi sulla bara di mio padre la corona della Regione Sicilia, ebbi un gesto di stizza. Con un colpo violento la scaraventai lontano. Pretesi che sopra alla bara venissero messi il tricolore, la sciabola e il cappello di mio padre."