I fan di Ang Lee dovranno attendere a lungo il nuovo film: le riprese sono state posticipate

L'inizio della produzione del nuovo film diretto da Ang Lee, tratto da un romanzo di C. Pam Zhang, sembra sia slittato al 2026.

Una foto di Ang Lee

I fan di Ang Lee potrebbero attendere più a lungo rispetto a quanto inizialmente previsto per vedere Old Gold Mountain, il nuovo film dell'acclamato regista.
Le fonti di Deadline, infatti, hanno svelato che il lavoro sul set è stato posticipato fino al 2026.

Cosa racconterà Old Gold Mountain

La produzione dell'adattamento del romanzo di C. Pam Zhang intitolato How Much of These Hills Is Gold, si svolgerà nel nord della California e il primo ciak, attualmente, potrebbe avvenire la prossima primavera.
Le riprese sarebbero slittate perché Ang Lee sta ancora lavorando ad alcuni aspetti creativi e bisognerà quindi attendere qualche mese prima di poter iniziare il lavoro sul set nella situazione meteorologica più adatta.

Ang Lee a Cannes
Ang Lee a Cannes

Chang-rae Lee ha firmato la sceneggiatura del film, al cui centro ci sono gli orfani Lucy e Sam, figli di immigrati, che si ritrovano improvvisamente soli in una terra che si rifiuta di riconoscere la loro esistenza.
Dovendo fare i conti con i pericoli della città mineraria in cui si trovano, i due protagonisti decidono di seppellire il padre nell'unico modo in cui potranno liberarsi dal loro passato. Lungo il percorso, Lucy e Sam dovranno fare i conti anche con segreti di famiglia, rivalità, e uno sguardo a un possibile futuro diverso da quello che conoscono.

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L'opinione di Ang Lee sul cinema

Il filmmaker taiwanese, durante il festival di Cannes, aveva ammesso di sentirsi un po' in difficoltà dovendo fare i conti con l'attuale situazione del cinema: "Non faccio un film da sei anni e non so da dove ricominciare. Il cinema ha bisogno di un cambiamento drastico. Se continuiamo su questa strada sarà un vicolo cieco. Abbiamo bisogno di qualcosa che faccia meravigliare di nuovo il pubblico".

Ang Lee ha definito il cinema del passato come dei 'templi in cui venivamo tutti collettivamente trasportati'. Il regista, tuttavia, è convinto che oggi chiedere a qualcuno di posare lo smartphone equivalga a chiedergli di scalare l'Everest a piedi nudi.