Nel corso del venticinquesimo anniversario dell'uscita nelle sale di American Psycho, la regista del film Mary Harron ha riflettuto sull'eredità lasciata dal lungometraggio, alla luce del secondo mandato di Donald Trump.
Harron sottolinea come il film venga continuamente frainteso, nonostante la sua duratura popolarità. In una recente intervista, la regista ha ricordato il modo in cui il film sia stato rivalutato negli ultimi anni dalle giovani donne dopo essere stato spesso travisato dagli uomini.
L'eredità lasciata da American Psycho e la società dell'era Trump
Nel romanzo di Bret Easton Ellis, Patrick Bateman cita Trump come suo modello di riferimento:"Il film parlava di una società predatoria, e oggi, 25 anni dopo, la società è molto peggio. I ricchi sono molto più ricchi, i poveri sono più poveri. Non avrei mai immaginato che ci sarebbe stata una celebrazione del razzismo e della supremazia bianca, che è essenzialmente ciò che abbiamo avuto alla Casa Bianca. Non avrei mai pensato che avremmo vissuto una cosa simile".

Mary Harron non comprende come mai il film sia stato travisato nel modo in cui è stato travisato, sottolineando come l'interpretazione di Christian Bale fosse 'chiaramente una presa in giro di quel mondo', il mondo in cui lui stesso sguazzava.
L'incomprensione su American Pyscho e la satira queer sulla mascolinità
Per la regista di American Psycho era piuttosto evidente, così come per coloro che hanno lavorato con lei al film:"Per me e per Guinevere [Turner], che è gay, era chiarissimo che lo vedevamo come una satira queer sulla mascolinità. Il fatto che [Bret Easton Ellis], l'autore del libro, fosse gay, gli permetteva di cogliere i rituali omoerotici tra questi maschi alfa, cosa che si ritrova anche nello sport, nella finanza, in tutti quei contesti dove gli uomini esaltano la competizione estrema e il culto della performance".

Il ruolo della performance fisica:"C'è qualcosa di profondamente gay nel modo in cui feticizzano l'aspetto fisico e la palestra".