David Fincher è tornato a parlare di Alien 3, spiegando gli errori compiuti con il progetto legato al famoso franchise sci-fi.
Poco prima di iniziare le riprese di quel sequel il filmmaker ha letto per la prima volta una bozza della sceneggiatura di Mank, il film scritto dal padre che racconta la storia di Herman J Mankiewicz.
Il regista David Fincher ha spiegato accennando ad Alien 3: "Dopo essere stato a Pinewood per due anni e aver affrontato una situazione in cui ero un mercenario con il compito di realizzare un titolo da catalogo per una multinazionale, verticalmente integrata in un conglomerato di mezzi di comunicazione, ho avuto una visione diversa di come gli sceneggiatori e i registi avevano bisogno di lavorare".
Il filmmaker ha proseguito parlando della sceneggiatura di Mank: "In un certo senso provavo del risentimento nei confronti del suo approccio anti-autori. Ho provato la sensazione che ciò di cui la sceneggiatura aveva bisogno di parlare fosse la nozione della collaborazione forzata: potresti non apprezzare il fatto che sarai in debito nei confronti di così tante discipline diverse e abilità nel realizzare un film, ma se non lo ammetterai, stai perdendo un lato importante della situazione".
David Fincher ha aggiunto: "Una sceneggiatura è l'uovo e ha bisogno di un donatore per creare la divisione cellulare che la porta a diventare qualcosa di interpretabile in tre dimensioni e realizzabile in due per essere presentata ad altre persone".
Lavorare ad Alien 3 ha fatto infatti comprendere a David Fincher che gli sceneggiatori e i registi devono essere d'accordo e in sintonia nel realizzare un film, situazione che è particolarmente utile nel rappresentare il mondo del dietro le quinte dei lungometraggi, come accaduto in occasione del film Mank.