Addio a Roger Ebert

Pollice verso per la morte del più celebre critico cinematografico americano, premio Pulitzer amatissimo dal pubblico cinefilo.

Il più celebre critico cinematografico americano, il veterano Roger Ebert, si è spento ieri sera all'età di 70 anni dopo una lunga malattia. Solo il giorno prima Ebert aveva annunciato che non sarebbe riuscito a essere presente con costanza sul suo celebre blog a causa della ricomparsa del cancro contro cui combatteva dal 2002. Ebert aveva inuagurato la collaborazione con il Chicago Sun-Times 46 anni fa, nel 1967, vicendo il solo Premio Pulitzer per la critica otto anni dopo. Attualmente era in terapia per combattere il tumore a causa del quale aveva perso parte della mandibola e la possibilità di parlare e alimentarsi.

Roger Ebert è stato uno dei principali critici della settima arte dividendosi tra carta stampata, televisione, dove aveva animato gli show Sneak Previews e At the Movies, e internet, con il celebre blog RogerEbert.com. Ebert divenne celebre nel mondo proprio grazie allo show At the Movies with Gene Siskel and Roger Ebert, poi divenuto Siskel and Ebert at the Movies, dove rese popolare il giudizio di approvazione con il pollice su o giù, a seconda della bontà del film. Quando Siskel morì nel 1999, Ebert fu raggiunto da Richard Roeper e i due proseguirono fino al 2006 quando, in seguito alla malattia, il critico perse la capacità di parlare. La sofferenza fisica non gli ha impedito fino all'ultimo di promuovere film indie e cineasti meritevoli attraverso il suo blog e nell'annuale Ebertfest.

L'ultimo post che Roger ci ha lasciato suona così: "A questo punto della mia vita, oltre che parlare di film, potrei scrivere della lotta quotidiana con le malattie e dei limiti fisici che la perdita della salute comporta. E' terribile che il cancro sia ritornato e che io abbia dovuto passare troppi giorni in ospedale. Così nei giorni brutti potrei scrivere della debolezza che accompagna le malattie e nelle giornate positive potrei concentrarmi su un film così bello da farmi dimenticare la mia sofferenza. Alla fine riuscirò a fare ciò che ho sempre sognato: recensire solo i film di cui desidero parlare".